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di Giorgia Meloni
6 marzo 2014

Caro Francesco, leggo con qualche ritardo, e me ne scuso, le ultime cose che hai scritto su “Il Giornale d’Italia”, e rimango francamente molto colpita. Tanto da credere che quanto da te detto a partire dall’esito delle nostre primarie meriti – per amore di verità – una replica forse definitiva. 

Continui a scrivere della tua delusione per tutto quello che io e noi non avremmo fatto per dare una speranza alla destra italiana. Ma i fatti dicono un’altra cosa. Dicono che da una parte c’è stato chi ha avviato un percorso (l’apertura di un tavolo di confronto con l’Officina per l’Italia, le adesioni al progetto da parte di soggetti che non si erano fino ad allora riconosciuti nel nostro partito, l’invito reiterato a te e agli altri ex AN di fare parte paritariamente del percorso; la campagna di tesseramento prolungata per consentire a tutti di partecipare alle modifiche in corso, la richiesta alla Fondazione AN di poter  utilizzare in tutto o in parte il simbolo di Alleanza nazionale a fronte di un percorso costituente che coinvolgesse chiunque fosse interessato,  la celebrazione di primarie aperte anche ai non iscritti per scegliere il simbolo migliore) lungo, pieno di segnali e tentativi. Imperfetto magari, ma chiaramente animato da uno sforzo continuo e progressivo volto ad  allargare la partecipazione, superare diffidenze e incomprensioni, coinvolgere militanti, soggetti e forze politiche diverse nella ricostruzione di un’area capace di rappresentare tutte le sensibilità della destra. In una sola frase: a far nascere un nuovo soggetto politico fondato sullo spirito di Fiuggi di Alleanza Nazionale. In questi mesi, Francesco, noi abbiamo modificato sensibilmente la nostra impostazione originaria, abbiamo avuto l’umiltà di metterci in discussione, di tentare di andare incontro alle sollecitazioni che ci arrivavano da più parti. 

Sei sicuro di poter dire lo stesso, tu? Perché la tua posizione, oggi, è esattamente la stessa di mesi fa. Non hai fatto mezzo passo in avanti per dimostrare che – al di là delle parole – tenevi davvero a ricomporre la destra. Ti sei limitato a scrivere efficaci testi su “Il Giornale d’Italia”, a insultare su Twitter chiunque non fosse d’accordo con la tua linea (tanto perché accusi gli altri di non avere garbo), ma nulla di più. 

 

Ci siamo incontrati più volte in questi mesi, anche questo dovresti dire. Dovresti dire che ti ho chiesto di farmi capire concretamente cosa credevi bisognasse fare – al netto della totale cancellazione dell’esperienza di Fratelli d’Italia che non potevamo assecondare – per comporre questa realtà.

Ti ho chiesto di passare all’azione. Ma nulla. Non una risposta. E oggi che vorresti ancora una volta scaricare la responsabilità su di noi, io non ci sto. Sono stata in silenzio in questi mesi, di fronte alle ironie, alle allusioni, a volte agli insulti. Anche questo è un fatto, giacché tutti possono leggere quello che hai scritto tu, e che hanno scritto e detto altri esponenti del Movimento per Alleanza nazionale, e quello che abbiamo scritto noi. Mai, Francesco, avete dato una disponibilità vera a fare un necessario pezzo di strada verso l’intesa e la riunificazione delle forze, in parallelo al cammino da noi realizzato. 

Quando abbiamo presentato i risultati delle primarie, hai scritto che avevamo “condotto per mano le primarie verso la rottura” e che avevamo “sminuito il valore di un emblema votato fino a sei milioni di italiani”. E’ un giudizio pretestuoso, caro Francesco, confrontare i dati elettorali di Alleanza Nazionale con i partecipanti alle primarie di FdI: perché se è vero che AN arrivò a prendere 5 milioni di voti, va riconosciuto che oggi molti di questi voti sono dispersi; e le primarie aperte a tutti hanno dato anche a chi non ci vota più, la possibilità di partecipare ed indirizzare la nostra scelta. Il voto, comunque significativo, di 250 mila italiani, ha invece espresso una valutazione per cui quattro su cinque hanno scelto proposte diverse dalla esatta riproduzione del simbolo di AN. Cioè solo il 20% scarso dei votanti ha preferito dare preminenza al simbolo di AN, mentre l’80% lo ha accoppiato, in varie forme, al simbolo di Fratelli d’Italia da cui abbiamo pure espunto la scritta “Centrodestra Nazionale”. 

Ma, al di là della scelta grafica, in tanti hanno partecipato con rinnovata passione perché credono alla necessità di un rilancio, al superamento di gelosie e rendite di posizione, alla scelta di parole d’ordine chiare e precise su cui impegnarci e qui, Francesco, davvero tocca a te: non dirci che non puoi aderire perché il ‘tuo popolo’ accetterebbe solo un logo che comunque già oggi non è il tuo; non farci credere che un leader non abbia – se lo vuole – la capacità di indirizzare chi lo segue verso un percorso che, per essere riunificante, deve partire dalla disponibilità di rinunciare a parte delle proprie ‘inamovibili’ posizioni, per trovare invece sintesi su temi e progetti sui quali pure ci siamo interrogati. 

Noi abbiamo operato scelte non certo incompatibili con le sensibilità che vuoi rappresentare. Lo abbiamo fatto, ora attendiamo l’esito della tua direzione nazionale, anche se ci sfiora il sospetto che sia più tu che i tuoi sostenitori a non voler intraprendere una marcia di avvicinamento. 

Ti sei lamentato anche del mancato invito al nostro Congresso nazionale, che come sai comincia sabato. Anche in questo caso, si è trattato di un riguardo basato sulle tue dichiarazioni. Hai detto che la tua Direzione Nazionale deciderà il da farsi questo venerdì. Se all’esito dell’assise del tuo movimento, la tua e la vostra posizione non fosse più di chiusura preconcetta ma prendesse atto del definitivo e importante percorso da noi compiuto (anche con riguardo al simbolo) non potremmo che esserne felici. 

Se vorrai puoi ancora contare sulla nostra disponibilità. Altrimenti capiremo dall’approdo del tuo percorso quale era la sincerità degli argomenti addotti per impedire una sintesi.   

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