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«Il ministro dei Beni e delle Attività culturali Bray afferma che Fuortes non sarebbe più commissario straordinario del Petruzzelli. Peccato che sul sito del Teatro risulti ancora il suo nome. Mentre appare certo che abbia cumulato le indennità dei molteplici ruoli ricoperti, anche se furbescamente Bray ha risposto in aula che il suo compenso per il Teatro dell’Opera di Roma è di soli 1000 euro al mese.

Non ha detto quanto guadagna da amministratore delegato di Musica per Roma, né quali siano stati i compensi da commissario del Petruzzelli».

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, nel question time della Camera dei deputati durante il quale ha interrogato il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray. 

Secondo Rampelli «il ministero dei Beni Culturali deve impegnarsi per rilanciare e difendere il Teatro dell’Opera di Roma. In questi ultimi anni sono stati fatti importanti passi per il risanamento economico e finanziario dell’Istituzione. Se per 3 anni il bilancio del prestigioso Teatro si è chiuso in pareggio, non si capisce come quest’anno siano stati riscontrato da Fuortes 10 milioni di euro di buco, che lo condannano al definanziamento con conseguenze nefaste sulla qualità della produzione artistica e sui livelli occupazionali. Ma ciò che è più grave è la ragione per la quale Fuortes ha avuto una lettura ostile del bilancio, impedendo all’Opera di Roma di beneficiare del sostegno previsto per i teatri virtuosi che chiudono il bilancio in pareggio per 4 anni. Si tratta del tentativo maldestro di agevolare Santa Cecilia, favorendo quella lobby culturale estesa di cui Fuortes è punto di equilibrio ed elemento di garanzia. Un vero e proprio monopolio che oltretutto svolge concorrenza sleale verso l’impresa privata che opera nel settore. È inammissibile che il ministro Bray non senta il bisogno di scendere in campo a difesa di uno dei teatri più prestigiosi del mondo per sostenere un disegno lobbistico che trova in Fuortes il simbolo del conflitto d’interessi».

 

Roma, 9 gennaio 2014

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