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di Massimo Corsaro
15 dicembre 2013

Credo sia giusto esprimere un parere sulla vicenda del simbolo di Alleanza Nazionale e sull’assemblea della Fondazione che si è svolta ieri a Roma.  Cercherò di farlo attenendomi a criteri e considerazioni il più possibile oggettive, senza la presunzione di interpretare tutti, ma anche con la ferma determinazione di rigettare strumentalizzazioni da parte di alcuno.
1) AN (giusta o sbagliata che fosse la scelta) decise di chiudere la propria stagione per confluire nel PdL, che avrebbe dovuto rappresentare la casa comune di tutti gli italiani alternativi alla sinistra.  La recente decisione dell’Ufficio di Presidenza del PdL di chiudere la propria attività per ridare vita a Forza Italia ha fatto venir meno i presupposti di quella scelta. 
2) Il partito di Berlusconi si è scisso tra chi é tornato alle vecchie bandiere e chi ha scelto di appoggiare un governo di sinistra, tale nei fatti prima che nelle etichette, se si leggono i suoi atti in tema di famiglia, immigrazione, giustizia, tasse e sudditanza verso l’Europa di banchieri e massoni. In questo quadro non vi è dubbio che debba essere riproposta una credibile opzione a chi pensa conclusa l’esperienza del “Silvio pensaci tu” e che non voglia fare la stampella del Pd.
3) La ricostituzione, sic et simpliciter, di Alleanza Nazionale sarebbe, a mio avviso, un errore per almeno due motivi: I – in una fase di forte richiesta di rinnovamento, la riproposizione degli strumenti della seconda repubblica, che si sta chiudendo in modo quasi inglorioso quanto la prima, non è in grado di offrire credibilità agli italiani che cercano nuove offerte e soluzioni; II – AN, nel bene e nel male, fu caratterizzata dalla forte personalizzazione di chi ne è stato il leader dall’inizio alla fine. 
Tralasciando le considerazioni di merito sul politico in questione (che, me ne sarà dato atto, ho sempre liberamente e solitariamente espresso quando lui era “folgorante in solio”), che senso avrebbe dire che è tornato il partito senza chi lo ha incarnato ed interpretato, sino a trasfigurarlo sulla scorta delle due “deviazioni culturali”?

4) Pur tuttavia, oggi un richiamo ad una casa comune, MAI esclusiva verso chi – proveniente da diverse esperienze – voglia condividere valori di riferimento e visioni di sviluppo della società, è inevitabile.
Da qui, la scelta di Fratelli d’Italia (piaccia o no, l’unico movimento rappresentato in Parlamento che a quel percorso faccia esplicito riferimento) di chiedere di essere interprete di questa fase, facendo ANCHE uso del simbolo di AN, ma soprattutto aprendo le proprie porte a TUTTI quelli che intendano misurarsi e provarci insieme a noi.
5) La nostra proposta all’Assemblea della Fondazione si è quindi espressa in questo modo:
I – NESSUNA richiesta di ingerenza sul patrimonio, che DEVE essere gestito dalla Fondazione DI TUTTI, secondo le sue regole e responsabilitá;
II – richiesta di uso del simbolo di AN, all’interno del proprio logo di FdI, per le elezioni del 2014, lasciando quindi la proprietà ultima del simbolo alla Fondazione;
III – sottoposizione della scelta del simbolo da adottare a primarie aperte a TUTTI;
IV – richiesta al CdA della Fondazione di verificare la presenza di soggetti (partiti o persone) che vogliano partecipare al processo di comune evoluzione di FdI, con il compito di garantire che nessuno possa essere escluso o marginalizzato, e che debba far parte della Segreteria Generale del Congresso fondativo che avrà luogo nei prossimi mesi.
5) Tutto questo percorso è stato dettagliatamente illustrato in via preventiva agli altri soggetti cui abbiamo chiesto di partecipare, concretizzando quella volontà di unificazione di cui tanti, a parole, si fanno vanto.
6) Oggi quanti si manifestano contrari argomentano con risibili contestazioni sulle modalità di celebrazione dell’Assemblea, che ha deliberato secondo Statuto ed alla presenza di un Notaio, nelle cui mani abbiamo, uno ad uno, consegnato la nostra tessera di voto.
7) Non ritenendo stimolante rispondere a quanti provano ad opporsi al percorso dopo aver scelto – legittimamente ma secondo logiche per me non condivisibili, e comunque antitetiche al progetto di cui si parla – di aderire a Forza Italia, voglio rivolgere un’ultima considerazione/invito a quanti viceversa continuano a rivendicare una rappresentanza di “destra”:
Se, come TUTTI – NESSUNO ESCLUSO – avete dichiarato, la nuova offerta non può prescindere dall’individuazione di una leadership che sempre tutti avete riconosciuto in Giorgia Meloni, quale miglior modo di partecipare alla costruzione di un soggetto che, rivendicando l’origine dal partito che ha maggiormente interpretato la destra negli ultimi 20 anni, sia ora l’evoluzione del movimento che è stato voluto e creato da Giorgia Meloni? Vogliamo tutti tornare a rappresentare le cose in cui crediamo, e ci piace l’idea di farlo insieme, coinvolgendo anche tutti quelli che ci credono pur avendo storie diverse, proprio come accadde nel passaggio dal MSI ad AN.
Sosteniamo tutti la necessità di dare spazio a facce nuove, giovani d’anagrafe o di protagonismo. Perché non credere ad una proposta che ha già una nuova rappresentanza generazionale e che determinerà i propri organigrammi con primarie aperte a tutti? L’occasione è qui, e adesso. Viceversa si sarà deciso di far prevalere antichi rancori, o inconfessate volontà di rivalsa. E sarebbe un torto fatto ai tanti italiani di destra cui è stata sottratta una casa comune.

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