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“Oggi più che mai è doveroso ricordare e rendere omaggio a Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, i cinque agenti assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978. Erano la scorta del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, rapito quel giorno e poi ucciso dai terroristi rossi il 9 maggio successivo. Il sacrificio di questi servitori dello Stato deve rappresentare un monito. Gli appartenenti alle Brigate Rosse pensavano che i loro ideali di ‘giustizia proletaria’ fossero così alti da giustificare violenza e assassinio di persone con ideali diversi, come Moro, o che semplicemente fossero un ostacolo, come gli uomini della scorta. Questo modo di pensare non è passato: pochi giorni fa una docente universitaria ha omaggiato la memoria e le idee della brigatista Barbara Balzerani, mentre dilagano certe ideologie, teorie e prassi che considerano gli esseri umani ostacoli o cavie per i loro fini o semplicemente ‘superflui’. Guardiamoci sempre dalle ideologie di morte che rispuntano in ogni epoca, e in questa più che mai”. Lo dichiara in una nota Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia. 

“Oggi ricordiamo il 46esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e del tragico omicidio di cinque uomini della sua scorta da parte dei terroristi delle Brigate Rosse. La strage di via Fani è una delle pagine più buie della nostra storia, segnata dalla violenza politica e dalla ferocia del terrorismo, un monito per le future generazioni. Onoriamo la memoria di Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, servitori dello Stato che hanno sacrificato la loro vita per difendere la Democrazia e le nostre Istituzioni”, afferma in una nota il Questore della Camera dei deputati, Paolo Trancassini.

“A 46 anni dai fatti di via Fani, che portarono poi all’esecuzione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, abbiamo il dovere di ricordare chi fu vittima di quella stagione di odio, e va onorata la memoria dei servitori dello Stato che sacrificarono la propria vita nello svolgimento del proprio dovere. Gli orrori e le aberrazioni di quella violenza, il sostegno ideologico che spesso accompagnò le azioni dei gruppi terroristici e le coperture e connivenze che apparati deviati dello Stato offrirono per il mantenimento della cosiddetta strategia della tensione, devono essere un costante monito a non ricadere nella scorciatoia della violenza e devono essere lo strumento per la costruzione di un futuro fatto di coesione nazionale e di difesa della democrazia”, sottolinea il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.

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