fbpx

“La legge che avrebbe dovuto abolire il finanziamento pubblico ai partiti non è né carne né pesce perché il governo e la maggioranza Pd-PdL non hanno avuto, come al solito, il coraggio di compiere scelte coraggiose e conseguenti”.

È quanto dichiara il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. “Da un lato – prosegue Rampelli – governo e maggioranza potevano metterci la faccia invece di cavalcare tardivamente e pateticamente l’antipolitica, difendendo il finanziamento pubblico e la sovranità popolare del Parlamento, impedendo cioè che gruppi economici privati divengano soci azionisti dei partiti condizionandone la vita e le scelte, a discapito dei cittadini. Se questa strada fosse stata perseguita occorreva molto semplicemente prevedere l’eliminazione del finanziamento pubblico per quei partiti che non rispettassero regole stringenti di trasparenza, che non avessero fatto certificare i bilanci dalla Corte dei conti e che non avessero garantito la democraticità delle loro scelte e i rispetto dei loro statuti. Al riguardo rammentiamo che in tutta Europa vige lo strumento del finanziamento pubblico e che, dall’approvazione della legge che ieri è stata licenziata dalla Camera, saremo da questo punto di vista una pericolosa anomalia nel Continente. Dall’altro potevano seguire il modello americano e prevedere solo e soltanto il finanziamento dei privati senza contributi diretti né indiretti da parte dello Stato, magari regolamentando il rapporto tra partiti e gruppi economici attraverso il varo di una legge sulle lobby”. “È prevalso, invece, come è nello stile dell’Esecutivo Letta, il basso profilo e una soluzione che non è severa con i partiti perché non impedisce loro di ignorare, come accaduto finora, i propri statuti visto che hanno solo l’obbligo di dotarsene: un provvedimento che consente dunque la naturale prosecuzione della loro conduzione oligarchica o carismatica e, quindi, antidemocratica. È una legge che in più mette in onda una serie di contorti meccanismi di agevolazione per un finanziamento pubblico indiretto, che sarà comunque disprezzato dai cittadini come fosse cospicuo e diretto, ma non sarà in grado di difendere i partiti stessi dall’assalto dei poteri economici, che cercheranno di ‘addomesticarli’ ancor più di quanto già non fosse evidente fino a oggi. Insomma, una legge ambigua che dimostra ancora una volta l’incapacità della politica di esibire il petto e assumersi responsabilità nei confronti del popolo italiano”, ha concluso il vice capogruppo alla Camera di FdI.

Roma, 17 ottobre 2013

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social