fbpx

“Il 6 settembre 2013 è stato pubblicato un  decreto ministeriale che modifica il decreto Giorgia Meloni del 2010 sull’accesso al credito per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali. Siccome il nuovo decreto stravolge l’impianto della “legge Meloni”, penalizzando i giovani lavoratori a tempo determinato, Fratelli d’Italia chiede al governo quali siano i criteri che hanno ispirato la revisione della disciplina in senso restrittivo e quali provvedimenti l’esecutivo intenda porre in essere per continuare a garantire ai giovani precari la possibilità di accedere al mutuo per l’acquisto della prima casa”.

 

E’ quanto ha dichiarato oggi alla Camera Marcello Taglialatela, deputato di Fratelli d’Italia, illustrando un’interrogazione  parlamentare al ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge.

“Le restrizioni introdotte – ha proseguito Taglialatela – riguardano l’abolizione del tasso agevolato che le banche dovevano concedere ai richiedenti; l’aumento sia del reddito minimo percepito dai richiedenti, sia della metratura massima dell’immobile da acquistare; l’abrogazione della norma sul divieto di cartolarizzazione dei mutui garantiti dal fondo.

Ma la modifica più eclatante, tuttavia, attiene al criterio per far sì che il fondo andasse effettivamente a beneficio dei giovani precari: l’indicazione, tra i requisiti per avanzare la richiesta di mutuo a valere sul fondo, che ‘non più del 50 per cento del reddito complessivo imponibile ai fini irpef deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato’ viene modificata, diventando solo un criterio preferenziale ‘in presenza di domande pervenute nella stessa giornata e di contestuale parziale indisponibilità delle dotazioni del Fondo'”.

 Taglialatela si è dichiarato insoddisfatto dalla risposta del ministro Kyenge: “mi auguravo una risposta diversa. Lei ha parlato come un direttore di banca, perché le vostre modifiche al decreto aiutano solo le banche; se non diamo un tasso agevolato, il fondo non ha significato. Appare evidente, quindi, come il fondo e il suo utilizzo siano stati distratti dalla loro originaria finalità di aiutare i giovani precari che hanno difficoltà a ottenere dei mutui. Con questo decreto – ha concluso Taglialatela – il governo fa un favore alle banche a scapito dei giovani”.

 

Roma, 25 settembre 2013

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social