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Questa mattina si è svolta una conferenza stampa del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia Centrodestra Marche durante la quale i consiglieri regionali Natali, Acquaroli, Romagnoli e Silvetti e Carlo Ciccioli hanno illustrato alcune proposte per dare una prospettiva concreta di soluzione alla grave situazione Indesit. Alla presenza di una delegazione dei lavoratori dello stabilimento Indesit di Albacina e di rappresentanti sindacali Ugl della RSU dello stabilimento di Comunanza è stata anche presentata una mozione a firma dei consiglieri del gruppo Centrodestra Marche che varrà messa all’ordine del giorno nelle seduta del Consiglio Regionale di domani, interamente dedicato alla vicenda Indesit.

“Dall’analisi dell’ultimo bilancio – dichiara Ciccioli – si evince chiaramente che l’azienda non è in crisi (il bilancio 2012 si è chiuso con un utile di oltre 60 milioni di euro), semmai è in crisi la prospettiva di guadagno del gruppo stesso. Ecco perché risulta incomprensibile, data la comprovata solidità finanziaria dell’azienda, la decisione di ridurre la propria presenza sul territorio nazionale. Per ovviare alla paventata delocalizzazione, con conseguente riduzione della produzione e del personale in Italia abbiamo ipotizzato alcune soluzioni: il prepensionamento di coloro che hanno oltre 35 anni di lavoro (applicando una penalizzazione che non superi il 10%), a tutti i dipendenti della Indesit Italia (4.300 circa) proporre una riduzione della retribuzione netta del 10% (dal 5 al 15% a seconda degli scaglioni retributivi); defiscalizzare del 10% il costo azienda di tutti i dipendenti (in pratica la Indesit avrebbe in totale un abbattimento del 20% degli attuali costi della manodopera), questo perché è preferibile qualche sacrificio da parte di tutti per conservare il proprio posto di lavoro, anziché andare incontro alla cassa integrazione e successive fasi fino alla perdita dell’occupazione”.

“Inoltre – conclude Ciccioli – sarebbe auspicabile una strategia aziendale che tenda alla diversificazione delle produzione (al momento imperniata solo su elettrodomestici casalinghi), cercando soluzioni innovative al passo con i tempi, la domanda e l’esigenza di mercato.”

“Se la crisi non è strutturale – dichiara la consigliera Franca Romagnoli – occorre allora fare scelte che qualifichino il territorio. Già quindici giorni fa abbiamo chiesto al Governatore Spacca che ci rendesse conto delle azioni del governo regionale sulla questione e la mozione che è stata preparata ha proprio lo scopo di impegnare la Giunta regionale a chiedere alla Indesit la modifica del proprio piano aziendale con forti investimenti in ricerca e produzione di alta tecnologia e qualità da poter effettuare  in Italia così rendendo conveniente, almeno parzialmente, la permanenza di questo tipo di lavorazione, invertendo il trend di delocalizzazione intrapreso e di prevedere investimenti in altri settori produttivi per uscire dal cosiddetto monoprodotto”.

Il capogruppo Giulio Natali ha ricordato come il governatore Spacca si sia piccato con il gruppo Fratelli d’Italia – Centrodestra marche quando ha sollevato alcune perplessità circa il suo ruolo di Governatore con un passato direttamente coinvolto nelle questioni aziendali della famiglia Merloni. “E’ per questo – continua Natali –  che vogliamo essere sempre coinvolti, come massima istituzione regionale, in questo delicato processo di riorganizzazione che interessa il futuro di centinaia di famiglie marchigiane”.

“Noi non vogliamo né condizionare, né sostituirsi all’attività dell’impresa – interviene il Consigliere Francesco Acquaroli – vogliamo appellarci invece all’art. 41 della Costituzione che difende l’utilità sociale dell’impresa. Noi crediamo che un Gruppo come quello Merloni che opera da così tanti anni sul territorio debba avere la coerenza di confrontare le proprie strategie anche con la politica e le intuizioni locali e nazionali.”

Daniele Silvetti ha invece puntato il dito contro un processo politico di internazionalizzazione che la Regione Marche ha trasformato nel tempo in internazionalizzazione leggera fino alla delocalizzazione. “Noi vogliamo anche far luce sulle erogazioni pubbliche date ad Indesit per il sostegno all’internazionalizzazione, ma che di fatto, è oggi evidente, non hanno contribuito al consolidamento della produzione entro i confini nazionali”

Al termine della conferenza stampa hanno preso parola le delegazioni presenti. I rappresentanti sindacali Ugl della sede di Comunanza hanno evidenziato che sul territorio sono state mantenute solo le produzioni di alto profilo, delocalizzando il prodotto medio-basso  all’estero e si chiedevano, con la crisi economica in atto, quanto mercato potrà avere ancora tale genere di prodotto. E riflettevano come mai se l’azienda è sana vengano eliminati i posti di lavoro. Non è concepibile tagliare per sopravvivere.

I lavoratori dello stabilimento di Albacina –che saranno presenti nella seduta pubblica del Consiglio regionale – hanno lamentato atteggiamenti e comportamenti troppo morbidi da parte dei sindacati e delle stesse istituzioni sia nei confronti della difesa del loro posto di lavoro, sia nei confronti delle strategie del piano industriale della famiglia Merloni. “Bisognerebbe andare a Roma a manifestare e non a Fabriano – hanno dichiarato i dipendenti – il caso dei lavoratori Indesit è un problema nazionale non solo locale. E’ in gioco il futuro di una delle aziende più rappresentative dell’Italia. Oggi il taglio colpisce 1425 lavoratori, ma anche per chi rimane l’illusione resta fino al 2016. Non si deve tagliare ma si deve cambiare strategia. Noi chiediamo aiuto alle istituzioni e auspichiamo un loro concreto contributo per il futuro nostro e dell’Italia”. 

Ancona, 8 luglio 2013

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