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«Sulla la legge elettorale siamo paralizzati perché la maggioranza rimane abbarbicata alle sue certezze. Ora ci dicono che la legge elettorale si farà dopo le riforme istituzionali e costituzionali: significa che non si farà. A meno che nel frattempo non vogliamo fare quelle modifiche minime per evitare di tornare a votare con questo sistema elettorale. Per approvarle ci vuole una settimana. Ne abbiamo ampiamente discusso nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio perché i gruppi delle opposizioni rivendicano la calendarizzazione della modifica della legge elettorale nei lavori parlamentari e potremmo tranquillamente votarla entro luglio e quindi in autunno saremmo pronti. Dopodiché dipende anche da come lavora il governo».

È quanto ha detto nel corso di Tgcom24 il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

«Se si va a vedere quali sono i partiti che hanno effettivamente depositato una proposta di modifica della legge elettorale si scoprirà che purtroppo non sono quelli della maggioranza. Molti dicono di voler cambiare la legge elettorale ma molte segreterie di partito non intendono rinunciare al potere di nominare mille parlamentari piuttosto che farli scegliere dai cittadini. Perché quando un parlamentare viene nominato di fatto risponde al capo, quando viene eletto risponde agli italiani. Fratelli d’Italia ha depositato, come nella passata legislatura, una proposta di legge di modifica dell’attuale sistema che ci metterebbe a riparo da tutte le ignominie del porcellum. Tre le correzioni: un premio di maggioranza al Senato su base nazionale come alla Camera, per avere all’indomani del voto una maggioranza solida in entrambi i rami del Parlamento che possa dare un governo coeso; l’abolizione delle vergognose liste bloccate con l’introduzione del voto di preferenza e rispondere alla prescrizione che ci arriva dalla Corte Costituzionale per mettere una soglia minima sul premio di maggioranza», ha spiegato Meloni.

Roma, 27 giugno 2013

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