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“Tutti i Paesi dell’Ue sono vincolati dal regolamento di Dublino. L’applicazione di tale regolamento ha come conseguenza che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, debbano trattare un numero di domande di asilo che supera le loro capacità poiché il nostro Paese, con Malta e Grecia, è la nazione di ‘primo arrivo’ più scelta da chi richiede asilo e vi arriva per mare. Reputiamo opportuno, quindi, istituire all’interno del regolamento di Dublino una clausola di salvaguardia dei Paesi di ‘primo arrivo’ più penalizzati, al fine anche di garantire maggiore sicurezza ai Paesi che accolgono. Solo in Italia nel 2012 sono state prese 22.160 decisioni. Di queste, 8.260 persone hanno ottenuto una forma di protezione, mentre i restanti 13.900 richiedenti asilo hanno ottenuto il diniego. Ci chiediamo con quali criteri vengano prese tali decisioni, non vorremmo che le inevitabili lungaggini burocratiche dovute ai rimpalli da un Paese ad un altro creino ancor più confusione lasciando fuori dai Paesi UE brava gente a scapito di personalità come Adam Mada Kabobo, il ghanese in attesa dell’esito della richiesta di asilo che acolpi di piccone ha ucciso tre persone a Milano”.

È quanto dichiarano gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, Marco Scurria e Carlo Fidanza, che aggiungono: “Avremmo voluto modificare la normativa nazionale sui ricorsi che già oggi consentono ad un falso richiedente asilo, come Kabobo, di rimanere in Italia fino al terzo grado di giudizio. Un diritto concesso in Italia ma non in tanti altri Stati europei. Purtroppo con l’accordo di oggi diventa obbligatorio per tutti gli Stati Membri. La mancata revisione della clausola di solidarietà del regolamento da parte dei Paesi Ue in un’ottica di reale condivisione degli oneri, il cosiddetto burden sarin dimostra la poca, per non dire inesistente, solidarietà tra Stati che dovrebbe essere il presupposto per la creazione di un sistema europeo veramente comune”.

Roma, 12 giugno 2013

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