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Pnrr non è un totem: riadattarlo alla crisi energetica

““Il Pnrr non è un totem e noi non siamo dogmatici. Voler migliorare i trattati europei non significa mettere in discussione la nostra appartenenza all’Ue. Così il Pnrr: è stato scritto prima della guerra, per affrontare la crisi legata alla pandemia. Ora bisogna convertirlo sull’emergenza energetica. La comunità europea nasce sull’approvvigionamento del carbone e dell’acciaio, ma oggi si trova legata a Mosca mani e piedi, segno evidente di un fallimento al quale bisogna porre rimedio. Chiediamo che venga riadattato alle mutate circostanze e intanto lavoriamo per mettere i fondi stanziati all’incasso”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a Skytg 24.  
Per quanto riguarda gli extraprofitti, Rampelli precisa: “Una norma scritta male da parte di un governo di tecnici è un paradosso. Invece è successo. Questo ha consentito alle aziende di sottrarsi al pagamento degli extraprofitti facendo ricorso alla Corte Costituzionale. Poi c’è l’assurdità della quota da pagare: il 25%, che trovo ridicolo se non offensivo. Intanto dobbiamo costringere le aziende che hanno fatto pagare le rinnovabili quanto il gas a restituire i soldi al 100%, semplicemente perché è giusto così. Il contrario sarebbe una truffa. Per questo occorre disancorare il prezzo dell’energia da quella del gas. Poi va bloccata la speculazione alla borsa di Amsterdam, come ha fatto la Gran Bretagna mettendo il tetto al prezzo del gas. Fare uno scostamento senza prima aver messo il tetto significa riempire d’acqua un secchio che ha un buco nel fondo. Per non sprecare acqua bisogna ripararlo”.
“Trovo allucinante che il governo – ha osservato –  dica ai cittadini quello che devono fare per risparmiare energia. I cittadini sono molto più attenti di quanto non lo sia questo Stato sprecone che non riesce a fare il minimo indispensabile per evitare di sperperare le risorse energetiche. Le centrali idroelettriche per esempio non sono manutenute da tempo, ci danno il 18% del fabbisogno e potremmo raggiungere il doppio se si facesse la riconduzione forzata dell’acqua indispensabile soprattutto ora in tempi di siccità”.
“Dire ai cittadini – ha concluso Rampelli – che devono spegnere il frigorifero, l’aria condizionata, le lavatrici per risparmiare il 10% quando l’impegno dello Stato nel risparmio ridurrebbe i consumi fino al 30% è inammissibile”.

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