“Il mare e la risorsa ittica nel contesto europeo e’ il titolo del convegno che si e’ tenuto questa mattina al Parlamento europeo, organizzato dagli eurodeputati di Fratelli d’Italia- Ecr Raffaele Stancanelli, componente della commissione Pesca e Nicola Procaccini, componente della commissione Envi. Al dibattito sono intervenuti il presidente di Federpesca Toscana Roberto Manai e Federico Gallas di Net european consulting. “Come indicato nella relazione sulla gestione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo, di cui sono stato il relatore, – ha dichiarato Stancanelli introducendo i lavori – la tutela dell’ambiente marino e delle relative risorse, deve essere perseguita attraverso un approccio olistico in grado di tener in considerazione tutti i fattori, non penalizzando solamente gli operatori del settore con conseguenze negative in termini economici ed occupazionali, andando ad incrementare i livelli già altissimi di importazione”. Per Nicola Procaccini: “Tutelare la piccola pesca artigianale, significa garantire uno sviluppo economico e commerciale essenziale per il sostentamento delle comunità costiere. In quest’ottica, alla luce del cambiamento degli asset geopolitici che hanno portato ad un incremento del costo dell’energia e del carburante con effetti negativi per lo sviluppo delle quotidiane attività di pesca, ho accolto con estremo favore il pacchetto di aiuti UE per superare la crisi energetica tramite l’adozione della modifica del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per alleviare le conseguenze dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sulle attività di pesca, che abbiamo approvato in commissione plenaria all’inizio di luglio. Spetta adesso ai singoli Stati, all’interno della cornice normativa europea, definire contenuto delle misure di aiuto alla pesca. Il prossimo governo avrà una grande responsabilità in questo senso”. “C’è la necessità di definire la presenza del nostro paese nel mediterraneo – ha spiegato Manai – a fronte delle azioni dei paesi rivieraschi. Il punto di espansione oggi è rappresentato dalla necessità di intervenite e di rivedere le zone economiche esclusive dichiarate da altri paesi (ad esempio quella tra Turchia e Libia e quella dell’Algeria). Bisognerà ritornare sulla storia della perimetrazione di queste aree geografiche attraverso una conferenza mediterranea che ridisegni, alla luce delle iniziative assunte dagli stati costieri (tra i quali l’Italia), la geografia delle acque e le porzioni di mare libero restanti. Oggi, questa capacità di pesca, si è praticamente dimezzata e le flotte europee rappresentano 17% della capacità di pesca nel mediterraneo. Di queste l’Italia rappresenta il 16% della capacità di pesca del mediterraneo, nel 1993, invece, superava il 50%”. “Il settore della pesca e dell’acquacoltura – ha dichiarato Gallas – non deve limitarsi a guardare i fondi specifici ad esso dedicati, il FEAMPA prima di tutto, ma anche alle altre opportunità che i vari programmi europei mettono a disposizione delle imprese, senza dimenticare altre organizzazioni quali la Banca Europea per gli Investimenti”.