“In queste ore sembra che Cassa Depositi e Prestiti stia accelerando le procedure per l’offerta non vincolante di acquisto della rete di Telecom nel quadro del progetto di rete unica. Il che suona non proprio bene, considerate le fibrillazioni del mondo politico che oggi hanno messo in forse la stessa esistenza del governo. Il top management di CDP, espressione diretta del presidente Draghi dovrebbe considerare in modo diverso i contesti in cui assumere decisioni già difficili e critiche per loro natura. Il progetto di rete unica, cosi come è stato pensato in queste settimane, non ci convince e questa valutazione trova riscontro anche dall’atteggiamento degli investitori istituzionali che hanno ampiamente bocciato la proposta di TIM. Oggi il titolo ha perso un ulteriore 6,4% scendendo ad una quotazione di 0,23 euro, vicino ai minimi storici raggiunti dall’azienda. Non si può parlare di rete unica e di valorizzazione della rete di Telecom quando il giudizio della Borsa assume i toni severi registrati oggi. Occorre più ponderazione e più trasparenza. CDP deve prendere atto che con la crisi del Governo Draghi non è più possibile presentare una offerta per la rete di TIM, anche se non vincolante. Sarebbe una beffa per i cittadini italiani, perché rischia di essere un modo per assumere decisioni poco trasparenti che avvantaggiano solo i privati, e per giunta stranieri, con soldi pubblici. Non è più epoca di regali del genere. Oggi c’è invece la concreta possibilità di un piano alternativo che eviti questo scempio e che eviti soprattutto i licenziamenti ingiustificati di quasi 10 mila dipendenti del Gruppo TIM. Occorre percorrere altre strade”.
Lo dichiara Alessio Butti, deputato e responsabile del dipartimento Tlc e Media di Fratelli d’Italia.