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La tecnica sembra quella utilizzata a Napoli, rifiuti abbandonati per poi fare il termocombustore di Acerra

“Ancora aspettiamo di conoscere i responsabili dell’incendio doloso dell’impianto di trattamento di Via Salaria a Roma avvenuto 4 anni fa e assistiamo a questo altro gravissimo episodio del fuoco bestiale che si è sprigionato dall’ex discarica di Malagrotta, all’epoca la più grande d’Europa. Due indizi fanno una prova? Oppure possiamo aggiungere lo stato vergognoso in cui versa la capitale d’Italia con immondizia ovunque, discariche spontanee di rifiuti ingombranti, erba alta sui marciapiedi, insomma un degrado degno di una città del terzo mondo? E’ il caso che di questo grave disastro ambientale che ha colpito la Capitale d’Italia, il ministro Cingolani venga a riferire in aula. A ben rammentare la tecnica utilizzata a Napoli anni fa gli somiglia: rifiuti abbandonati per strada, incendi di capannoni, totale e sospetto immobilismo dell’amministrazione comunale e poi, magicamente, il termocombustore di Acerra. Si sta forse cercando di creare il panico su Roma per far digerire la realizzazione di un inceneritore di vecchia tecnologia utile a chi lo realizzerà e gestirà per incassare i proventi del Cip 6 a vita (la tassa nascosta nella bolletta energetica che va nelle tasche dei proprietari dei forni)?  Il PD, paladino dell’economia circolare e tifoso di Greta Thunberg, nemico delle emissioni di CO2 in atmosfera, ci ha forse ripensato per un pugno di dollari?”

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