“La tragedia di ieri dimostra che il figlicidio è diventato un’emergenza sociale oltre che famigliare. I numeri, ancorché ‘esigui’, sono in crescita e attestano una profonda sconfitta da parte della società italiana che dovrebbe fondare la propria esistenza proprio sulla famiglia. Una madre (o un padre) che uccide il proprio figlio, è un fatto talmente grave e triste che si preferisce rimuoverlo presto dalla coscienza collettiva e dal dibattito pubblico. Ma è giunto il momento di affrontare direttamente in faccia questo ‘mostro’ e rendersi conto che per quanto in Italia i figli siano considerati sacri, con la perdita di centralità e importanza della famiglia, stanno diventando le prime vittime di rapporti di coppia che si esauriscono o armi di ricatto tra genitori in conflitto. Occorre rendere più efficaci gli strumenti di prevenzione esistenti, rafforzare i servizi sociali per avere interventi tempestivi che impediscano degenerazioni violente o menomanti, fino all’ipotesi estrema dell’allontanando dei minori dalle famiglie, abitudine quasi sconosciuta che condanna a una vita precaria e dissoluta i bambini rom, costretti a furto, accattonaggio e prostituzione. Iniziamo intanto a parlare di infanticidio e figlicidio, introducendo strumenti di tutela e protezione per la parte debole di una comunità: il bambino”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.