“Basta riforme annunciate e pasticciate, non si può fare una riforma a ogni legislatura, giusto per dargli il nome del ministro del momento. La riforma tentata da Renzi, con la cosiddetta ‘buona scuola’, ci ha insegnato che prima di mettere le mani sull’istruzione pubblica occorre confrontarsi con chi la vive. Il ministro Bianchi non commetta lo stesso errore varando una legge verticistica. Occorre poi stabilire un centro di gravità, un principio fondante, e questo non può essere la scuola/azienda ma deve tornare a essere la scuola come istituzione sociale insopprimibile. I ragazzi non devono essere i beneficiari di un progetto nozionistico, ma messi nelle condizioni di gestire gli stimoli eccezionali che la società gli riversa addosso. La scuola deve essere messa in condizione di essere centrale nel loro percorso di formazione. Per questo motivo gli insegnanti devono essere valorizzati e gratificati, mentre il precariato deve essere prosciugato per riconoscere a chi sta in cattedra di rinnovo in rinnovo il diritto a una stabilizzazione che è nei fatti, perché senza i precari la scuola pubblica non potrebbe garantire l’istruzione a tutti”.