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“Seguo il problema della Peste Suina Africana ancor prima che essa si manifestasse in Italia, facendo parte della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. In queste ultime settimane ho letto ed ascoltato di tutto su questo tema, per cui rompo gli indugi su un argomento di scottante attualità, alla luce di quanto accaduto in Liguria, in Piemonte e a Roma, che è una vera emergenza. Solo chi è cieco e sordo ai molteplici allarmi lanciati dalle Associazioni degli agricoltori riguardo le specie problematiche poteva ignorare e sottovalutare i rischi da esse causati, in particolare dai cinghiali. Danni non solo alle colture, ma anche perdita di vite umane, a causa degli incidenti stradali. Ora siamo alle prese con  la PSA, un virus non pericoloso per l’uomo ma che può mettere in ginocchio un intero settore come quello suinicolo e delle eccellenze ad esso collegate, con 20 miliardi di euro in gioco. Al di là delle più pittoresche soluzioni quali la sterilizzazione, comunico che l’Europa ha già predisposto un protocollo per il contenimento e la soluzione a questa emergenza”. Così in una nota l’europarlamentare di FdI- Ecr Pietro Fiocchi. “Nel recente passato drastiche regole hanno consentito a Belgio e Repubblica Ceca di eradicare la PSA in tempi ragionevolmente brevi, uno o due anni al massimo. L’Europa nel provvedimento specifico prevede la riduzione dell’80% dei cinghiali superando le normative esistenti nei singoli Stati membri. Un ruolo chiave e un fattivo contributo potrà essere svolto dai cacciatori ritenuti una risorsa determinante al raggiungimento di questo obiettivo. Ora si tratta -conclude Fiocchi-  di essere pragmatici e di superare quegli steccati di natura ideologica di matrice animalista che dovrebbero far posto al buon senso e allo stato di emergenza e necessità ormai del tutto evidente”.

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