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L’intervento integrale di Giorgia Meloni alla Camera sul caso marò a seguito dell’informativa urgente del presidente del Consiglio, Mario Monti, sulle dimissioni del ministro degli Esteri, Giulio Terzi: “Il caso dei nostri marò detenuti da oltre un anno in India, in piena violazione del diritto internazionale, è purtroppo il frutto della inadeguatezza di questo Governo.

È sotto gli occhi di tutti che l’Italia ha pagato l’errore del governo tecnico e lo ha pagato tanto in termini di debolezza nei confronti dei poteri economici e finanziari, tanto più in termini di scarso peso in sede internazionale ed europea.

Ci vorrebbero ore per ripercorrere la lunghissima catena di errori e pressappochismo che hanno caratterizzato l’operato del governo sulla vicenda. A partire dall’atteggiamento tenuto fin dall’inizio, quando il Governo ha dichiarato formalmente che l’India stava trattenendo senza alcun diritto due propri militari, ma a fronte di questa violazione palese e dichiarata al cospetto del mondo, decideva di tenere un atteggiamento remissivo. Praticamente un chihuahua da salotto che abbaia rumorosamente, ma si guarda bene dal rischiare di mordere. Un atteggiamento ben diverso da quello tenuto da ben altre Nazioni in situazioni ben più gravi dell’incidente di quella occorsa alla nave Lexie. E guardate, il riferimento alla tragedia del Cermis, quando un soldato straniero del quale non abbiamo mai neppure conosciuto il nome uccise decine di italiani, è un riferimento puramente voluto. Non si trattava neanche di acque internazionali, si trattava di suolo italiano. Eppure l’Italia aveva argomenti molto convincenti da far valere. L’ho chiesto più volte fin dall’inizio, il Governo italiano avrebbe dovuto chiedere immediatamente la convocazione del Consiglio della NATO per denunciare un atto di ostilità nei confronti dell’Italia e pretendere una presa di posizione comune. Esattamente come avrebbe dovuto porre la questione in sede europea e chiedere l’adozione di sanzioni commerciali qualora l’India si fosse ostinata nella violazione del diritto internazionale a danno di uno degli Stati membri dell’Unione. Perché noi non facciamo parte della NATO semplicemente per mandare i nostri ragazzi a morire in Afghanistan o per prestare il nostro territorio alle basi americane e non facciamo parte dell’Unione europea solo per farci dare ordini dalla Banca centrale europea e dalla Commissione. Noi facciamo parte di organismi sovranazionali per poter contare sulla loro disponibilità nei momenti di difficoltà. Ed è esattamente quello che avremmo dovuto fare.

E qualcuno spieghi a quel genio di Micheal Mann, portavoce della Ashton, che ha dichiarato che “l’UE non fa parte della disputa legale tra Italia e India”, che l’Unione non è soggetto terzo tra Italia e India, giacché a differenza dell’Italia l’India non fa parte dell’Unione europea e a differenza dell’Italia, l’India non versa miliardi di euro nelle casse dell’Unione europea ogni anno.

Noi chiediamo che venga fatto adesso quello che non è stato fatto finora e chiediamo che ciascuno si prenda le proprie responsabilità nella gestione vergognosa di questa vicenda. Abbiamo apprezzato le dimissioni del ministro Terzi, a cui va dato atto di essere stato l’unico ad avere un estremo sussulto di dignità istituzionale. Ma è un esempio che altri dovrebbero seguire. Vede Presidente Monti, l’art. 59 della Costituzione italiana dice che possono essere nominati senatori a vita quei cittadini che, cito testualmente, “abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti”. Ecco, noi crediamo che per la sua condotta lei sia incompatibile con le caratteristiche che si richiedono a un senatore a vita, e per questo chiediamo la sua rinuncia immediata a un titolo che non merita”. 

Roma, 27 marzo 2013

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