fbpx

“Ho presentato una mozione in Regione che impegna il presidente della Giunta regionale ‘ad attivarsi presso il sindaco di Milano Sala perché neghi lo svolgimento della manifestazione  a Milano’ e ad attivarsi affinché non si svolga neanche ‘in altre città e territori della Regione Lombardia e a far sentire forte la voce dell’Amministrazione regionale contro questa pratica aberrante’.

Parliamo dell’evento ‘Un sogno chiamato bebè’ che si terrà a Milano il 21 e 22 maggio. La promozione pubblicitaria, pur non parlando esplicitamente della pratica dell’“utero in affitto” e della maternità surrogata, sostiene che l’evento consiste in un ‘vero luogo di scambio e condivisione’ che si rifà alle modalità organizzative delle edizioni svoltesi in precedenza a Parigi, Berlino, Monaco e Colonia, dove sono intervenuti gli attori della fertilità, ovvero medici ed esperti, che hanno presentato le diverse opzioni di trattamento disponibili, riferendosi esplicitamente anche a tale pratica. Questa orrenda pratica è vietata dalla legge italiana e che con sentenza n. 33 del 9 marzo 2021 la Corte Costituzionale  ha recentemente riconosciuto che l’utero in affitto ‘offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane’. L’utero in affitto in Italia quindi è illegale e l’articolo 12 della Legge 40/2004 prevede la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro per ‘chiunque in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità’.

Fratelli d’Italia ha più volte espresso pieno sdegno nei confronti di un’idea che chiede a una donna, a maggior ragione se vive in condizioni di povertà e marginalità, di vendere il proprio figlio per poter sopravvivere. E il neonato viene considerato come l’oggetto di una compravendita”.

Lo dichiara Barbara Mazzali, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social