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“La sessione plenaria di febbraio a Strasburgo si apre con una vittoria per il settore dell’allevamento italiano, da sempre legato al concetto qualità piuttosto che di quantità”. Così in una nota l’europarlamentare di FdI – Ecr Nicola Procaccini, componente della commissione AGRI.
“Il voto sulla risoluzione sul benessere animale di ieri ci ha permesso di affrontare e di consolidare una serie di principi scientifici contro il dilagare di ideologie non comprovate e nel contempo di difendere il modello produttivo italiano che si costituisce perlopiù di piccole e medie aziende, un modello di benessere consolidato e oggi riconosciuto anche dal Parlamento Europeo. Dobbiamo essere consapevoli di aver aggiunto un tassello importante verso la giusta direzione, quella che premia l’allevamento tradizionale in contrasto con le dilaganti pratiche dell’allevamento intensivo, che non tengono in considerazione le realtà rurali più radicate e le mettono in pericolo. La richiesta di maggior attenzione nei confronti delle necessità dei produttori rappresenta un dato importante per noi di Fratelli d’Italia che facciamo della tutela delle tradizioni agricole una nostra bandiera, che siamo orgogliosi della qualità dei prodotti delle nostre aziende. Dispiace però che non si sia voluto insistere su due punti fondamentali che come gruppo abbiamo voluto invece sostenere. Il primo è la necessità di un approccio ‘One Health’ ovvero riconoscere l’interconnessione tra la tutela dell’ambiente e il benessere degli esseri umani e degli animali, fondamentale per la prevenzione di malattie. Il secondo è la tutela delle produzioni d’eccellenza europee, soggette a numerosi vincoli tra cui quelli degli obiettivi di sviluppo sostenibile, e la reciprocità di queste con gli accordi commerciali con i paesi terzi: se chiediamo tanto ai nostri produttori per supportare lo sviluppo sostenibile, altrettanto dobbiamo pretendere da chi commercia con noi. Oggi però volta ha vinto la qualità delle produzioni, con gli occhi ben saldi sulla necessità di supportare l’economia delle nostre aziende”.

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