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“A proposito della situazione preoccupante in cui versa la sanità in questo periodo di pandemia, in cui i trattamenti sospesi di molte patologie diverse dal Covid19 sono state trascurate, particolare rilevanza assume il ritardo nella diagnosi e nella cura delle patologie oncologiche. Se a ciò si aggiunge che la spesa sanitaria nazionale destinata alla radioterapia oncologica è incapace di assicurare il necessario ammodernamento degli acceleratori lineari utilizzati per i trattamenti, la situazione si aggrava ulteriormente. Secondo la comunità scientifica infatti, gli acceleratori lineari dovrebbero essere rinnovati ogni 5-7 anni e secondo l’European society for radiotherapy and oncology, per garantire un’assistenza adeguata devono esserci almeno 7 acceleratori per milione di abitanti (mentre i paesi più virtuosi ne contano 8/9 per milione di abitanti).
Nel piano nazionale di ripresa e resilienza invece, è prevista la sostituzione di 81 acceleratori lineari ma dalla tabella fornita dal Ministero della salute, in risposta ad una mia interrogazione, sarebbero 208 gli acceleratori lineari che hanno più di 10 anni di vita e 119 quelli con età compresa fra 5 e 10 anni per un totale di 327 sopra i 5 anni. Motivo per cui si chiede di conoscere quale sia il criterio con cui è stata determinata la stima di 81 acceleratori lineari da sostituire nel quadro del piano nazionale di ripresa e resilienza e quali siano le regioni e i relativi presidi ospedalieri in cui verrà operata, per obsolescenza, la loro sostituzione”.
A dirlo in una nota il senatore di FdI Franco Zaffini, capogruppo in commissione Sanità, presentando un’interrogazione sul tema al Ministro Speranza.

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