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“La transizione ecologica cambia la prospettiva dell’innovazione della nostra nazione, ma dobbiamo considerare la sostenibilità del cambio di paradigma sia per l’economia nazionale che per la qualità degli standard di sicurezza. Come rileva il Copasir, il prezzo delle materie prime non scenderà ai livelli pre-pandemia per cui è necessario un ulteriore intervento volto a calmierare i costi per famiglie e imprese. Abbiamo la necessità di invertire la rotta dell’inquinamento globale ma con la meridiana dell’interesse nazionale. L’Italia e l’Europa si dotino di un piano di sicurezza energetica e di un mix energetico che possa garantire la sicurezza nazionale anche in caso di volatilità geopolitica – così il responsabile Innovazione di Fratelli d’Italia, deputato Federico Mollicone, a commento della  Relazione sulla sicurezza energetica nell’attuale fase di transizione ecologica – il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, sotto la presidenza di Adolfo Urso, ha tracciato delle coordinate che tradurremo in attività parlamentare. Nel campo delle rinnovabili, come l’eolico e il solare, esiste una cronica dipendenza tecnologica e sulle materie prime, come le terre rare, l’Italia è subalterna a Stati esteri, come la Repubblica Popolare Cinese. Questo divario si supera investendo nelle filiere nazionali ed europee, evitando che componentistiche necessarie siano concentrate in poche mani e che le eccellenze tecnologiche italiane ed europee vengano “predate”. Sull’idroelettrico, come indica il Copasir, l’attuale scenario legislativo introdotto col DDL Concorrenza rischia di vedere sottratto il nostro vantaggio competitivo nazionale e, su questo, presenteremo atti specifici – ha continuato Mollicone – dobbiamo considerare i rischi per la sicurezza energetica e la necessità di affiancare altre fonti energetiche alle rinnovabili: l’evoluzione del nucleare, fatte salve le criticità dello smaltimento delle scorie, potrebbe garantire la stabilità, proprio nel momento cruciale della tassonomia europea, e l’Italia dovrebbe essere a capo della ricerca sulla fusione nucleare. La politica industriale nazionale – ha concluso Mollicone – va rafforzata con investimenti robusti sulla tecnologia e sulla ricerca”.
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