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Can che abbaia non morde. La tradizione popolare e la scienza etologica ci spiegano che dietro i comportamenti  aggressivi  si cela sempre il bisogno di nascondere qualcosa: in genere una paura. Questo vale per un alano, per un barboncino e anche per Bersani, quando afferma di voler sbranare chi muoverà accuse al Pd per le evidenti responsabilità nello scandalo Monte dei Paschi di Siena.

Bersani, invece di ringhiare contro chi sta cercando la verità, dovrebbe spiegare perché il suo partito ha scodinzolato per tutti questi anni dietro i padroni di un potere finanziario irresponsabile e privo di scrupoli i cui danni stiamo scontando sulla nostra pelle. Perché il Pd ha contribuito a costruire ed alimentare un sistema di potere impenetrabile, oscuro e dannoso che ha portato al disastro di uno dei più importanti poli bancari dell’Italia, ad un danno di 4 miliardi di euro che avrà contraccolpi gravi sul nostro sistema finanziario e sull’economia della Nazione; e questo in una  fase di profonda recessione economica alimentata dal governo dei tecnici. Quello che sta emergendo è la dimostrazione che questo sistema fatto di intrecci tra finanza, politica e settori del mondo produttivo, sta esplodendo lasciando dietro di sé rovine fumanti.

 

Non solo, ma l’incapacità di Mario Monti nel fronteggiare una situazione di cui il suo governo era a conoscenza, dimostra anche l’imbroglio di questa tecnocrazia osannata dai mercati finanziari e imposta dai ‘prestigiatori dello spread’ sulla pelle dei cittadini italiani. Abbiamo ancora la speranza che sia possibile cambiare ed uscire da questa situazione che sta soffocando l’Italia, riconoscendo al mondo bancario la giusta collocazione in un complesso sistema economico globalizzato.

Il ruolo delle banche non è puramente finanziario ma, ancora di più etico e sociale. È attraverso gli istituti di credito che dovrebbero passare le risorse vitali su cui famiglie e imprese costruiscono il proprio futuro e le certezze di un’economia reale fatta di produzione, lavoro, investimenti  e non solo di  speculazione.

Per questo, per ridare la centralità funzionale al sistema bancario, Fratelli d’Italia ha messo, tra le scelte del suo programma, il varo della legge di separazione delle banche d’investimento da quelle commerciali dividendo le attività bancarie ordinarie da quelle speculative.  Non si potranno più generare operazioni ad alto rischio con i soldi dei risparmiatori  e delle imprese. La finanza speculativa non potrà più utilizzare le risorse essenziali per la crescita economica e reale del tessuto produttivo per ingigantire guadagni per pochi con il rischio di tutti.

La politica deve fare un passo indietro rispetto alla sua volontà  di governare i processi economici, soffocando iniziativa privata e libera concorrenza; la finanza un passo avanti verso sistema che metta il bene comune e la crescita economica dell’Italia al centro della sua missione. Interesse nazionale e libertà sono ciò che contraddistingue il progetto di una destra identitaria e liberale.

29/01/2013

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