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Si apprende dalla stampa che la Corte dei Conti ha espresso parere fortemente negativo sull’accordo transattivo tra Aspi e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MIMS), relativo alle compensazioni necessarie per la chiusura della procedura di grave inadempimento a seguito del crollo del Ponte Morandi di Genova. Un parere che era stato peraltro richiesto dallo stesso MIMS, a seguito della firma dell’accordo transattivo. La posizione espressa oggi dalla Corte dei Conti è tale da porsi come pesantemente pregiudizievole per la prosecuzione dell’iter di approvazione formale dell’accordo transattivo, approvazione che rappresenta la principale condizione di efficacia del contratto di compravendita tra Atlantia e il Consorzio guidato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e a cui partecipano anche il fondo australiano Macquarie e il fondo americano Blackstone. L’intera operazione di cessione entra pertanto in un vicolo cieco, che lascia intravedere chiaramente l’azzeramento dell’intera operazione di cessione delle quote di Autostrade per l’Italia e il ritorno alla precedente compagine azionaria, centrata sulla partecipazione di controllo della famiglia Benetton. C’è materia a sufficienza perché venga coinvolto immediatamente il Parlamento e sarebbe pertanto opportuno che la Commissione Trasporti della Camera convocasse al più resto il ministro Enrico Giovannini (MIMS) e l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco.

Lo dichiarano i deputati di Fratelli d’Italia della Commissione Trasporti Marco Silvestroni e Mauro Rotelli e della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici Tommaso Foti Alessio Butti.

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