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“Da agenzie di stampa apprendo con soddisfazione che il Consiglio dei ministri dovrebbe rifinanziare con 900 milioni l’indennità di quarantena per i lavoratori che non possono andare in smart working. La mancanza di copertura per il 2021 era stato dichiarata dall’Inps con una comunicazione del 6 agosto in cui avvertiva che l’indennità di quarantena in assenza di un intervento, si sarebbe fermata al 2020. La buona notizia termina qua, in quanto se si tratta solo di un rifinanziamento senza alcuna modifica rispetto al provvedimento precedente anche questo governo sancirà nero su bianco che le partite IVA iscritte alle gestioni autonome (come quelle di commercianti e artigiani) o alla gestione separata non sono lavoratori. Si continua a creare un discrimine come se essere obbligati alla quarantena e quindi alla chiusura forzata dell’attività, perché per esempio la classe di un proprio figlio/a è venuta a contatto con un positivo, equivalga a un periodo di ferie volontarie in qualche paradiso della nostra bella Italia. Garantiti contro non garantiti, atto secondo. Complimenti”.

 

Lo dichiara Lino Ricchiuti, vicepresponsabile del Dipartimento Imprese e mondi produttivi.

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