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“Si chiede alla Commissione Ue quali iniziative intenda porre in essere al fine di evitare la discriminazione e il rischio di esclusione sociale conseguenti le nuove disposizioni in materia di Green Pass stabilite dal Governo italiano. Infatti, secondo il Trattato sul funzionamento dell’Unione, deve essere garantita un’adeguata protezione dal pericolo di esclusione sociale, combattendo la discriminazione anche attraverso misure di protezione giuridica per le potenziali vittime”. E’ questo il contenuto di un’interrogazione alla Commissione Ue presentata dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr Vincenzo Sofo. “Dal 15 ottobre in Italia non si potrà accedere al proprio posto di lavoro senza un Green Pass valido, – si legge nel testo – decisione mirata a compiere un volontario atto discriminatorio nei confronti di non vaccinati (considerato il costo da sostenere per sottoporsi al tampone ogni 48 ore) e in contrasto con i princìpi di lotta all’esclusione sociale e di non discriminazione. Quest’ultimo previsto dal regolamento sul Green Pass europeo e ribadito dalla stessa Commissione in risposta all’interrogazione presentata da Vincenzo Sofo il 17 luglio scorso, nella quale affermava che avrebbe incoraggiato gli Stati membri a evitare ogni forma di discriminazione legata al Certificato Covid digitale”.

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