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“Ci chiediamo perché, se la riforma del processo civile è così importante tanto da condizionare l’erogazione delle risorse del Pnrr, su 200 miliardi del Recovery Fund ne vengono destinati solo 2,3 alla giustizia. Il tutto senza presentare una vera riforma strutturale del processo civile, bensì prevedendo solo un rafforzamento dell’ufficio del processo con neolaureati assunti a tempo determinato”.

Così il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, capogruppo in commissione Giustizia, durante la discussione in Aula sul ddl delega sull’efficienza del processo civile.

“Come si pensa di accorciare del quaranta per cento i tempi dei processi senza intervenire sulla fase della decisione, che è quella in cui si registrano più ritardi, e quindi senza assumere giudici, cancellieri o personale amministrativo? – osserva Balboni.

“Sul potenziamento degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie poi – sottolinea Balboni – va bene estenderli, ma non si può renderli obbligatori, permettendo inoltre a tutti di diventare mediatori dopo aver bocciato il nostro emendamento sui titoli minimi che avrebbero dovuto avere. E ancora – prosegue –  è inaccettabile la compressione assurda ed immotivata dei diritti delle parti, con un sistema di decadenze e preclusioni che riguardano sempre e solole parti ma mai per i giudici che non rispettano i tempi. Ci sono anche elementi positivi – prosegue – come l’istituzione del tribunale della famiglia, per la cui istituzione avevo presentato un disegno di legge, o quelli in materia di affidi, di arbitrato e sulle notificazioni; tuttavia restano troppe le perplessità su un tema così cruciale”.

“Per non parlare del fatto che, su una riforma definita epocale, i lavori in commissione si sono svolti in maniera confusa e sommaria, e nonostante Fratelli d’Italia abbia avuto un approccio assolutamente costruttivo, presentando soltanto venti emendamenti, rischiamo anche di non discuterli dato il rischio della quattordicesima fiducia di questo governo” conclude il senatore Balboni”.

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