“Quanto accaduto questa notte in Senato è grave sia sul piano politico che su quello istituzionale. La maggioranza che, è bene ricordarlo, rappresenta quasi il 95 per cento dei parlamentari ha in una sola settimana imposto due fiducie, impedendo così ai senatori di esercitare un loro diritto e cioè quello di discutere e di emendare un provvedimento. Una decisione del tutto immotivata visto che Fratelli d’Italia aveva annunciato che non avrebbe fatto ostruzionismo e si sarebbe limitata alla presentazione di pochi e qualificati emendamenti, tanto sul decreto Semplificazione quanto su quello Reclutamento. Ma maggioranza e governo sono andati dritti per la loro strada con arroganza, dimostrando che il voto di fiducia serviva più a coprire le loro divisioni e mettersi al riparo dai loro litigi. Ed inoltre ricorrendo a un voto a tarda notte perché incapaci il giorno successivo di garantire il numero legale. Sul piano istituzionale, invece, è evidente che il bicameralismo non esiste più, soppiantato da un monocameralismo nel quale i parlamentari sono diventati semplici notai di decisioni prese fuori dai contesti parlamentari. Ma quello che è ancora più grave è l’utilizzo degli strumenti offerti dal regolamento per fini esclusivamente politici. Infatti, non ha altra ragione la decisione di stralciare l’emendamento al dl Reclutamento sulla proroga al 2024 dei tribunali abruzzesi, votato all’unanimità in Commissione e che perciò aveva superato il vaglio di ammissibilità nella Commissione Bilancio oltre che aver ottenuto un’adeguata copertura finanziaria. Inammissibilità che, invece, è stata rilevata solo in Aula anche se l’emendamento era perfettamente in linea con l’obiettivo del decreto e cioè il miglioramento della amministrazione della giustizia. E’ evidente che si tratta di un’inammissibilità politica e non tecnica, che mortifica il Parlamento le cui decisioni nessuno, governo o ministro che sia, dovrebbe calpestare.
Lo dichiarano il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani e il vicepresidente vicario, Isabella Rauti.