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“Lo Stato italiano deve assumersi la responsabilità del futuro dell’impianto di Taranto perché, in quanto socio pubblico di Acciaierie d’Italia, non può permettersi di glissare continuando ad alimentare la fumosità che da mesi aleggia intorno all’ex-Ilva e alle dinamiche di dubbia legittimità che sembrano condizionare l’attuale gestione e la definizione dei progetti di decarbonizzazione, su cui sembra essere scomparsa l’idea di andare avanti con una procedura di evidenza pubblica”. Lo dichiarano, in una nota, i deputati di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi, Massimiliano De Toma e Salvatore Caiata, firmatari di un question time in commissione Attività produttive avente ad oggetto la richiesta di chiarimenti sul futuro dell’impianto tarantino dell’Ex Ilva.
“Il Governo ha spudoratamente taciuto, non rispondendo alle nostre richieste di chiarimento e non fornendo alcun tipo di informazione ma limitandosi ad una mera interlocuzione generica circa le sue buone intenzioni – sottolineano i deputati di FDI –, operando una palese umiliazione del Parlamento e del suo ruolo. Nessuna parola sulla chimerica Governance di Acciaierie d’Italia e sul suo evanescente funzionamento, e sugli equilibri operativi tra la parte pubblica e la parte privata, – sottolineano – nessun cenno al progetto ventilato da AncelorMittal, che coinvolgerebbe in partnership Fincantieri e Wurth, che in queste ore sembrerebbe essere veicolato al Consiglio d’Europa, nel silenzio totale delle istituzioni e in deroga ad ogni legittima procedura di evidenza pubblica, necessaria anche in ragione di altri e maggiormente competitivi progetti, che valorizzano l’eccellenza tecnologica italiana”.
“Inoltre non è stato fatto cenno alle modifiche di Bruxelles al PNRR nella componente dell’hard to abate – evidenziano i deputati FDI – né come queste modifiche potranno essere concretamente tradotte in iniziative attuabili nell’area tarantina”.
“Continueremo a sollecitare il Governo affinché prenda una posizione e superi l’ipocrisia che da mesi ne condiziona l’atteggiamento nei confronti dell’impianto tarantino”, concludono.

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