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 Il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi intervistato dal quotidiano ‘Il Tempo’ sul degrado del quadrante Esquilino-Termini 

“Ormai è una zona franca” – denuncia Fabio Rampelli vicepresidente della Camera e deputato di Fdi – intervistato dal Tempo che fa il punto sulla situazione del quadrante Esquilino-Termini, anche alla luce dell’episodio di sabato scorso che ha visto un immigrato aggirarsi con un coltello da cucina nello scalo ferroviario minacciando gli utenti, poi circondato dagli agenti che per neutralizzarlo sono stati costretti a sparare ferendolo.

“Quest’ultima vicenda si aggancia alle denunce presentate regolarmente dai comitati e dai cittadini della zona. Esposti che tratteggiano un quadro di abbandono e grave invivibilità. Ho elaborato un’interrogazione dettagliata, citando tutte le attività di affittacamere illegali, con nomi e cognomi degli abusivi. Si tratta di reati che vengono consumati alla luce del sole, impuniti, e questo è ancor più rilevante considerando che la Stazione Termini è uno dei biglietti da visita della capitale di fronte al mondo. Reati tra cui lo smercio di droga che non viene più condotto con l’appuntamento tra cliente e spacciatore ma quest’ultimo propone direttamente ai passanti le sue sostanze, come vendesse frutta o bibite. Poi ci sono i trans che compiono i loro atti osceni nei portoni o addirittura in mezzo alla strada. Gli affittacamere bengalesi ospitano un numero abnorme di persone, spesso clandestini ignori alle autorità italiane”. 

Alla domanda se vi sono state ritorsioni Rampelli evidenzia: “chi ha denunciato è stato bersagliato da ritorsioni, con minacce generiche oppure – se a denunciare è un imprenditore – da energiche di licenze e mura. Anche la comunità cinese, meno appariscente di altre, continua a essere protagonista di offerte di buone uscite in contanti. Il governo anni fa rispose a una mia interrogazione mettendo nero su bianco il legane cin la mafia cinese.

Intimidazioni più sottili della volgare aggressione che mirano però alla conquista del territorio, in una delirante battaglia tra spacciatori nigeriani, transessuali latinoamericani, abusivi bengalesi, commercianti all’ingrosso cinesi e immigrati clandestini di prevalente estrazione africana. Grande assente lo Stato. Altra componente pericolosa da aggiungere, a cui si fa meno caso per quanto è radicata è il degrado diffuso”. 

Quindi una delinquenza più radicata? “Degrado che non riguarda solo Termini ma tutta Roma, sbandati che dormono per strada a qualsiasi ora del giorno e della notte e vagano costituendo un pericolo sotto gli effetti di stupefacenti o alcool. In queste zone il coprifuoco non dipende dal Covid, è permanente per donne e bambini e scatta alle 18, perché uscire di casa è pericoloso”.

Come si può affrontare questa situazione? “Aumentando la presenza delle Forze dell’Ordine. Arrestando chi compie reati, a partire da spacciatori e trans, dichiarando il numero chiuso per gli immigrati a Roma perché ormai la situazione è fuori dal controllo dello Stato. Bonificando senza buonismi la zona”.  

In merito al fatto accaduto sabato – dove il protagonista della vicenda è un immigrato irregolare responsabile di una pluralità di reati – e che ci riporta al tema del legame tra sicurezza e immigrazione il vicepresidente della Camera Rampelli sottolinea: “chi compie reati in Italia non deve più avere la possibilità di restarci, e per affermare questo principio è necessario cambiare le leggi sull’immigrazione. Non mi pare, però, che il ministro Lamorgese voglia promuovere questa linea”.

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