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“La Commissione di inchiesta convochi immediatamente Enrico Rossi”
Il governatore Giani ha mentito in aula e di fronte alla stampa sull’ormai noto ‘emendamento Pieroni’, presentato dal Partito Democratico per agevolare lo smaltimento degli scarti di lavorazione delle concerie pisane? Cosa hanno da nascondere che ancora non è emerso?” Queste le domande avanzate dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Francesco Torselli e dal collega Alessandro Capecchi, rappresentante di FDI nella Commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Toscana.
“Durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale – ricordano Torselli e Capecchi – dedicata alla cosiddetta inchiesta KEU, ma anche in numerose dichiarazioni rilasciate alla stampa e alle Tv, il Presidente Giani ha sempre detto di aver svolto la funzione del semplice ‘notaio’ nel corso della seduta del consiglio regionale da lui presieduta lo scorso 20 maggio. Giani ha sempre sostenuto di non conoscere il contenuto del cosiddetto ‘emendamento Pieroni’, ma di essersi limitato a metterlo in votazione, dando lettura del dispositivo, dopo che nessuno dei 4 firmatari aveva chiesto di poterlo presentare in aula”.
“Peccato che 15 giorni dopo – proseguono i due esponenti di Fratelli d’Italia – rispondendo in maniera molto piccata ad una nostra interrogazione, lo stesso Giani avesse ammesso di aver scelto consapevolmente di non richiedere, in merito allo stesso emendamento, né un approfondimento in commissione, né un parere tecnico da parte degli uffici, ma di averlo posto in votazione avendolo ritenuto pienamente ammissibile (quindi conoscendone il contenuto!), senza peraltro condividere tale scelta, né con l’aula, né con i restanti componenti l’Ufficio di Presidenza. Oggi, leggiamo un’intervista ad Enrico Rossi, nella quale viene confermata in maniera inequivocabile questa seconda versione dei fatti. Dalle parole dell’ex-governatore della Toscana emerge che, non solo il consigliere Pieroni e gli altri firmatari del il Partito Democratico conoscevano benissimo il contenuto dell’emendamento (Rossi li avrebbe perfino ammoniti dal presentarlo!), il Presidente Giani non avrebbe assolutamente svolto le funzioni di ‘notaio’, ma, come già fattosi sfuggire rispondendo alla nostra interrogazione, sarebbe stato ben consapevole di cosa il Consiglio stesse per approvare”.
“A questo punto – concludono Torselli e Capecchi – prendiamo atto che il rapporto di fiducia istituzionale tra maggioranza ed opposizione è gravemente compromesso. Nel rispetto dei ruoli e delle parti, in aula non si mente e, soprattutto, agli atti ufficiali non è consentito rispondere il falso. Prima di andare avanti (la maggioranza adesso vorrebbe correre ai ripari cancellando l’emendamento) pretendiamo di sapere, una volta per tutte, quale sia stato il ruolo di Eugenio Giani nell’iter di approvazione dell’emendamento ‘salva-concerie’, se ha fatto solo da ‘notaio’ o se invece conosceva il contenuto dell’emendamento e ne ha accelerata l’approvazione”.
A proposito, dopo aver richiesto l’acquisizione di tutti i verbali di giunta relativi all’emendamento ‘salva-concerie’, il Consigliere Capecchi formalizzerà, a nome di Fratelli d’Italia, la richiesta di ascoltare l’ex-governatore Rossi nella Commissione di inchiesta appena insediata.
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