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Nei giorni scorsi per le strade delle città italiane c’è stato grande fermento: tra le saracinesche abbassate, le piazze deserte e il silenzio irreale delle vie centrali ci si è preparati alla riapertura del 26 aprile: i ristoratori hanno disposto tavoli all’aperto, anche in viuzze piccole e stette, i bar hanno pulito le vetrate su strada, sono stati allestiti pedane e dehors, rispolverati cortili in disuso, tutto pur di ritornare al lavoro, di ricominciare a curarsi delle attività costruite con sacrifici e fatica, un prepotente e ostinato riaffacciarsi alla vita.
In realtà siamo ben lontani dalla normalità, è stata fatta soltanto qualche concessione: la riapertura di bar e ristoranti a orari ridotti, con un numero esiguo di clienti e soltanto all’aperto ma sembra tantissimo tanto a lungo siamo stati privati dei diritti più elementari.
I commercianti, rimasti troppo tempo senza guadagni, hanno aspettato con ansia di riaprire e gli avventori defraudati per mesi del caffè con un collega, del pranzo con la famiglia, delle cene con gli amici hanno contato le ore alla riapertura, alla restituzione delle abitudini che rendono la vita più leggera e piacevole.
C’è qualcosa di strabiliante e ammirevole nella determinazione di coloro che in questi giorni stanno si preparano a riaprire, ciò che meraviglia è la forza di ricominciare ancora una volta, di scommettere sulle proprie capacità nonostante le chiusure a singhiozzo, le perdite subite, gli investimenti per rendere sicuri locali che poi sono stati costretti a richiudere.
Non si è persa la speranza di poter lavorare seppure tra mille divieti, molti dei quali incomprensibili, come il divieto di consumare al banco, il coprifuoco alle 22, il divieto di riaprire per le attività che non dispongono di spazio all’aperto, nonostante tutto non si desiste dalla volontà di rialzarsi.
E’ questa l’energia che l’Italia ritrova nei tempi bui, questa volontà di non arrendersi sarà la forza che farà il miracolo e ci guiderà verso la normalità.
Qualcuno sorridendo ha detto: “Quest’anno la liberazione viene di 26”.
E allora rialzati un’altra volta Italia!

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