“Lavoro, sviluppo economico della Basilicata in una prospettiva no oil, anche questa è transizione ecologica. Sono temi caldi, di cui molto si discute in questi giorni, declinandoli in una logica di crescita della nostra regione e che non ci trovano impreparati. Anzi.
La “visione” di una Basilicata libera da modelli economici basati sul fossile che privilegi le vocazioni del territorio e la sostenibilità, contraddistingue da sempre il mio pensiero e la mia appartenenza politica. E fanno parte, fin dall’inizio, di quella “visione” della Basilicata comprovata dalle scelte messe in campo in questi mesi dal governo regionale di centrodestra, guidato dal presidente Bardi, che è sempre orientato ai fatti e non agli slogan. Ben prima degli obbiettivi del fondo Ngeu e del Piano di resilienza nazionale, la Basilicata si è mossa verso una visione sostenibile dell’economia regionale.
Quando si è trattato di definire l’accordo sulle compensazioni ambientali con la Total per la concessione “Tempa Rossa” ci è stato subito chiaro che dovevamo fare un salto di qualità rispetto al passato.
Dovevamo cioè partire dall’utilizzo delle risorse del petrolio per andare oltre il petrolio e verso l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile. Nell’accordo con Total, ci siamo mossi, dunque, lungo tre direttici: la sostenibilità ambientale, la creazione di attività industriali no oil e il principio che il gas prodotto dalle estrazioni dovesse rimanere nella disponibilità delle nostre comunità.
Stiamo trasformando questi tre principi in fatti, con il protagonismo dei lucani, tramite il Tavolo di concertazione, che riunisce le Istituzioni, le parti datoriali e sindacali, l’Università e gli ordini professionali. Parte da questo organismo un percorso di condivisione che coinvolge direttamente i territori interessati e dove le decisioni prese non restano meri propositi ma hanno la concretezza che deriva innanzitutto da sponde finanziarie certe, le compensazioni ambientali. Non si tratta di un libro dei sogni.
A valle di questo percorso, c’è il Tavolo permanente tra la Regione e le compagnie petrolifere che decide concretamente le modalità di attuazione delle iniziative selezionate.
Un primo progetto, appunto, è quello per la realizzazione di un centro di eccellenza mondiale nelle tecnologie innovative legate allo sviluppo dei droni per un investimento che cuba oltre 3 milioni di euro, sui 50 milioni complessivi nel quinquennio. E senza perdere tempo, il 9 aprile, il Tavolo permanente discuterà la proposta progettuale della Total.
È un’iniziativa industriale che creerà nuovi posti di lavoro, dando ossigeno alla nostra economia. Un campo dove si misurerà il tessuto imprenditoriale lucano che ha energie e creatività da spendere.
La nuova “visione” di Basilicata non è iniziata, quindi, con il Recovery Fund ma prosegue con esso e con le idee progettuali che abbiamo già presentato nell’ambito dei Contratti istituzionali di sviluppo, dove abbiamo concentrato il nostro raggio di azione sulla transizione ecologica.
Ci siamo fatti garanti per la sottoscrizione del patto di sito tra le organizzazioni datoriali e la Total e per la revisione di quello con Eni, condividendo le istanze delle parti sindacali che devono trovare il giusto equilibrio con gli interessi legittimi del mondo dell’impresa.
In quest’ottica non possiamo che guardare con attenzione alla prima iniziativa messa in campo dalla Triplice a Viggiano, che, secondo noi, si inserisce in quel legittimo dibattito politico che deve esserci tra forze di governo, sindacati e parti datoriali.
Il centrodestra lucano e il governo regionale sono “sul pezzo”, lavoriamo quotidianamente affinché tutto questo si realizzi. Anzi, come dimostrato, in alcuni casi, abbiamo anche precorso i tempi, anticipando scelte europee e del Governo nazionale.
Tutto questo con buona pace del Partito democratico lucano che è stato protagonista per decenni della governance regionale e che, pur avendo avuto la possibilità incidere su questi argomenti, non lo ha fatto in vent’anni di politiche clientelari e sterili, sperperando milioni di euro di proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio. Si rassegnino.
Con il voto i lucani nel 2019 hanno manifestato il loro dissenso e la volontà di cambiamento. Ci stiamo lavorando ma non è facile realizzare in pochi mesi e neanche in pochi anni un processo che deve incidere su molti aspetti della vita amministrativa e politica della regione. Non ci ha aiutato sin ora la situazione emergenziale. Per non parlare dello stato disastroso del bilancio che questi signori del passato ci hanno consegnato e che rallenta questo processo, dilatandone i tempi. Noi, comunque, proseguiremo nel nostro cammino, affrontando le difficoltà e cercando di disincrostare le parti incancrenite del sistema”.
La “visione” di una Basilicata libera da modelli economici basati sul fossile che privilegi le vocazioni del territorio e la sostenibilità, contraddistingue da sempre il mio pensiero e la mia appartenenza politica. E fanno parte, fin dall’inizio, di quella “visione” della Basilicata comprovata dalle scelte messe in campo in questi mesi dal governo regionale di centrodestra, guidato dal presidente Bardi, che è sempre orientato ai fatti e non agli slogan. Ben prima degli obbiettivi del fondo Ngeu e del Piano di resilienza nazionale, la Basilicata si è mossa verso una visione sostenibile dell’economia regionale.
Quando si è trattato di definire l’accordo sulle compensazioni ambientali con la Total per la concessione “Tempa Rossa” ci è stato subito chiaro che dovevamo fare un salto di qualità rispetto al passato.
Dovevamo cioè partire dall’utilizzo delle risorse del petrolio per andare oltre il petrolio e verso l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile. Nell’accordo con Total, ci siamo mossi, dunque, lungo tre direttici: la sostenibilità ambientale, la creazione di attività industriali no oil e il principio che il gas prodotto dalle estrazioni dovesse rimanere nella disponibilità delle nostre comunità.
Stiamo trasformando questi tre principi in fatti, con il protagonismo dei lucani, tramite il Tavolo di concertazione, che riunisce le Istituzioni, le parti datoriali e sindacali, l’Università e gli ordini professionali. Parte da questo organismo un percorso di condivisione che coinvolge direttamente i territori interessati e dove le decisioni prese non restano meri propositi ma hanno la concretezza che deriva innanzitutto da sponde finanziarie certe, le compensazioni ambientali. Non si tratta di un libro dei sogni.
A valle di questo percorso, c’è il Tavolo permanente tra la Regione e le compagnie petrolifere che decide concretamente le modalità di attuazione delle iniziative selezionate.
Un primo progetto, appunto, è quello per la realizzazione di un centro di eccellenza mondiale nelle tecnologie innovative legate allo sviluppo dei droni per un investimento che cuba oltre 3 milioni di euro, sui 50 milioni complessivi nel quinquennio. E senza perdere tempo, il 9 aprile, il Tavolo permanente discuterà la proposta progettuale della Total.
È un’iniziativa industriale che creerà nuovi posti di lavoro, dando ossigeno alla nostra economia. Un campo dove si misurerà il tessuto imprenditoriale lucano che ha energie e creatività da spendere.
La nuova “visione” di Basilicata non è iniziata, quindi, con il Recovery Fund ma prosegue con esso e con le idee progettuali che abbiamo già presentato nell’ambito dei Contratti istituzionali di sviluppo, dove abbiamo concentrato il nostro raggio di azione sulla transizione ecologica.
Ci siamo fatti garanti per la sottoscrizione del patto di sito tra le organizzazioni datoriali e la Total e per la revisione di quello con Eni, condividendo le istanze delle parti sindacali che devono trovare il giusto equilibrio con gli interessi legittimi del mondo dell’impresa.
In quest’ottica non possiamo che guardare con attenzione alla prima iniziativa messa in campo dalla Triplice a Viggiano, che, secondo noi, si inserisce in quel legittimo dibattito politico che deve esserci tra forze di governo, sindacati e parti datoriali.
Il centrodestra lucano e il governo regionale sono “sul pezzo”, lavoriamo quotidianamente affinché tutto questo si realizzi. Anzi, come dimostrato, in alcuni casi, abbiamo anche precorso i tempi, anticipando scelte europee e del Governo nazionale.
Tutto questo con buona pace del Partito democratico lucano che è stato protagonista per decenni della governance regionale e che, pur avendo avuto la possibilità incidere su questi argomenti, non lo ha fatto in vent’anni di politiche clientelari e sterili, sperperando milioni di euro di proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio. Si rassegnino.
Con il voto i lucani nel 2019 hanno manifestato il loro dissenso e la volontà di cambiamento. Ci stiamo lavorando ma non è facile realizzare in pochi mesi e neanche in pochi anni un processo che deve incidere su molti aspetti della vita amministrativa e politica della regione. Non ci ha aiutato sin ora la situazione emergenziale. Per non parlare dello stato disastroso del bilancio che questi signori del passato ci hanno consegnato e che rallenta questo processo, dilatandone i tempi. Noi, comunque, proseguiremo nel nostro cammino, affrontando le difficoltà e cercando di disincrostare le parti incancrenite del sistema”.
Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa.