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L’intervista di Amedeo La Mattina

Giorgia Meloni considera «razzista» la sinistra che la insulta e sfugge al confronto sul merito delle questioni. E non crede che ci sia un vero cambio di passo da parte del governo Draghi rispetto all’esecutivo Conte: per il momento ha l’impressione che né la Lega né FI incidano veramente.

Dopo che il presidente Mattarella le ha telefonato per esprimere solidarietà per gli insulti ricevuti dal professor Gozzini tutto il mondo politico si è schierato in sua difesa. Sta cambiando qualcosa di profondo e sono solo dichiarazioni di circostanza? «La telefonata di Mattarella segna un limite, lo voglio sperare. Non sono nuova a questo genere di insulti ma ho notato che negli ultimi tempi il livello si è alzato. Non è più la persona nascosta dietro il profilo della rete, ora si tratta di docenti, storici, giornalisti. E il frutto di diverse forme di razzismo. Le forme di razzismo viste in quel siparietto erano almeno tre. Intanto quella nei confronti delle donne, che è tipica della misoginia: sembra che non si possa prescindere dal riferimento a una donna senza dire cose turpi. Poi c’è il razzismo verso la destra analfabeta».

A questo proposito lei ha parlato di sua madre grande lettrice. «Ho avuto la fortuna di avere una madre che è uno dei più grandi lettori della storia. Ho cominciato a leggere giovanissima libri straordinari. Sono una persona alla quale piace leggere tantissimo. Ma le pare che debba ancora dare questo genere di rassicurazioni? Nessuno, che non abbia un pregiudizio razzista verso di me, può definirmi ignorante e analfabeta. Magari ho un accento romano pronunciato, ma considerando che abbiamo ministri che sbagliano un congiuntivo su tre, direi che lo sguardo di questi esimi professori potrebbe benissimo rivolgersi altrove. Si sono imbufaliti perché ho citato Brecht».

Cosa distinguerebbe allora la destra? «La differenza tra chi è cresciuto a destra e chi è cresciuto a sinistra è che loro avevano i libretti rossi con scritto cosa si dovesse leggere e pensare. Noi no, abbiamo sempre letto tutto senza pregiudizi. Solo uno stupido legge unicamente quanto scrive chi è conforme alla sua idea. Ricordo che quando fui eletta presidente di Azione giovani fece discutere il fatto che nella mia relazione congressuale avessi citato il Cirano di Guccini. La terza forma di razzismo che sta ammazzando le persone di sinistra è quella nei confronti del popolo. Per loro è un insulto definire qualcuno pesciarolo, ortolano, contadino. Ma anche le anime belle della sinistra mangiano grazie a chi svolge quei lavori indispensabili per la società italiana. Questa sinistra invece se ne sta chiusa nei suoi salotti a discettare dei problemi del popolo, che disprezza e non capisce. Della serie “se il popolo non ha più pane, che mangi brioche”».

Il professor Gozzini si è pure chiesto come fa una persona dell’ignoranza della Meloni a rivolgersi da pari a pari a un uomo come Draghi. «Al professore sfuggono alcuni elementi basilari della democrazia. Sono 2 mila anni che la società occidentale si interroga su quali siano i migliori per rappresentare il popolo. Mi pareva che l’avessimo risolto stabilendo che i migliori sono quelli scelti dal popolo e non mi pare che tra le regole della nostra Costituzione ci sia un numero minimo di libri da leggere per rappresentare gli italiani. Serve un numero minimo di voti, che è un’altra cosa. Altrimenti ci possono riproporre il voto in base al censo».

Sul piano dei vaccini c’è un grande ritardo. Di chi è la colpa? Del precedente governo o dell’Europa? «L’Europa non ha sicuramente gestito bene la questione vaccini. E c’è qualcosa che non torna in questa Europa degli europeisti in cui la Germania va a trattare le dosi per suo conto. Se l’avessi fatto io al governo dell’Italia mi avrebbero detto che era un comportamento da impresentabile sovranista».

Il centrodestra al governo sta incidendo o nulla è cambiato rispetto al Conte 2? «È presto per dirlo. A me pare che negli intendimenti di Draghi ci sia una forte continuità con il governo precedente e una immotivata sovraesposizione del Pd. Nella squadra di governo emergono troppi ministri dell’esecutivo precedente e un Pd che, pur continuando a scendere nei sondaggi, ha sempre più peso. Confermare la Lamorgese significa continuità con la politica migratoria. Confermare Speranza significa continuità nella lotta alla pandemia con chiusure settoriali che abbiamo contestato in questi mesi. Orlando è la sinistra più sindacalizzata».

Quindi il centrodestra non incide? «Io spero che incida ma non capisco alcune cose. Parliamo delle decisioni di queste ore. Abbiamo presentato una serie di emendamenti al Mille-proroghe che avrebbero segnato una discontinuità. Ma sono stati tutti bocciati. Mi ha lasciato stupefatta che si sia prorogato il decreto svuota carceri di Bonafede. Abbiamo presentato un emendamento per sospendere gli effetti della prescrizione in attesa che si faccia la riforma ed è stato bocciato anche – e mi è dispiaciuto – con i voti del centrodestra. Con un po’ di gioco di squadra il ruolo di Fdi può rafforzare le idee di centrodestra anche per chi sta all’interno del governo».

Lei non è preoccupata, come lo sono gli scienziati e le autorità sanitarie, della nuova ondata di contagi dovuta alla variante inglese? «Io vorrei condividere le evidenze scientifiche per giustificare le limitazioni delle libertà personali. Se il governo stabilisce che un ristorante può rimane aperto a pranzo con le giuste prescrizioni perché deve chiudere a cena? Da Draghi ci aspettavano un cambio di passo, ma oggi non c’è». 

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