L’intervento del presidente di FdI: «Attaccano Muccioli per distruggerlo ma i dati italiani sono allarmanti. FdI ha presentato una proposta di riforma dei servizi sulle dipendenza: Parlamento si confronti»
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Sono stata tante volte a San Patrignano e nelle occasioni in cui ho visitato la comunità, ho parlato con i suoi responsabili e conosciuto alcuni dei ragazzi ospiti, ho imparato molto. Ho ritrovato amici “persi” da anni e scoperto, tra le persone migliori che avevo al mio fianco, uomini “salvati” da Vincenzo Muccioli. E lasciandomi quelle colline alle spalle mi sentivo sempre più forte nella lotta alle droghe e nell’impegno per vere politiche di recupero delle persone con problemi di dipendenza, perché avevo visto con i miei occhi la possibilità di vincere la battaglia.
In questi giorni si è tornato a parlare tanto di questa realtà e del suo fondatore per un documentario su Netflix che ha scatenato un aspro dibattito e riacceso polemiche ideologiche che pensavamo fossero dimenticate. Una serie, inserita tra decine di altre, che raccontano di droghe, produzione, consumo sfrenato e che spesso fanno apparire l’uso di sostanze come una ‘normale consuetudine’. Una narrazione parziale e mistificatrice si è abbattuta contro San Patrignano e ha colpito la memoria di un uomo straordinario, che ha salvato tantissime vite nell’indifferenza dello Stato.
Mi fa rabbia vedere come questo dibattito sia alimentato solo per distruggere qualcuno o magari per regolare conti del passato e che non sia l’occasione per occuparsi dell’emergenza droga in Italia. Perché mentre i soliti commentatori condannano senza appello Muccioli, nessuno spende una parola su una realtà allarmante: un morto al giorno per overdose, Italia prima in Europa per uso di cannabis tra gli studenti e quarta per frequenza di uso di cocaina nella popolazione generale, polidipendenza diffusa tra i giovanissimi, bimbi ricoverati in ospedale per assunzione accidentale di droga lasciata incustodita dai genitori, neonati già in crisi d’astinenza e che hanno bisogno di metadone. Senza dimenticare la cronaca giudiziaria e i legami tra spaccio e criminalità organizzata, in particolare nigeriana. Questo non interessa a chi governa, così come negli anni ‘70 passava nell’indifferenza che la droga dilagasse e che qualcuno su quelle colline vicino Rimini avesse deciso di dire basta.
L’assenza di politiche sulle dipendenze è sotto gli occhi di tutti e, senza timori di smentite, Fratelli d’Italia è l’unico partito che ha avuto il coraggio di denunciarlo. Da quasi 10 anni non viene rifinanziato il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, l’ultima Conferenza nazionale sulle politiche antidroga si è celebrata nel 2009, la delega governativa sulle politiche antidroga non è mai stata assegnata, non c’è traccia di un piano nazionale per contrastare e prevenire le dipendenze patologiche, e gli operatori del settore pubblico e del privato sociale sono abbandonati. Quadro drammatico che la pandemia da Covid19 ha peggiorato.
È su questo che la politica, le Istituzioni e i grandi mezzi di comunicazione sono chiamati a confrontarsi, chiudendo nel cassetto interessi di parte (e di partito). A noi interessa dare risposte agli italiani e vogliamo farlo, rimettendo al centro del Parlamento questa sfida. A partire dalla proposta di legge di Fratelli d’Italia presentata nel dicembre 2019 sulla riforma del sistema dei servizi sulle dipendenze, che mette comunità, servizio pubblico e associazioni nelle condizioni di affrontare efficacemente un fenomeno in continua evoluzione. Mettiamo questo testo a disposizione di tutti e chiediamo alle forze politiche di confrontarsi nel merito, senza pregiudizi e totem ideologici.