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“La grande gioia per la liberazione dei pescatori siciliani e per la fine di un incubo per le loro famiglie è un sentimento sincero che per lungo tempo abbiamo atteso si potesse concretizzare. 

Abbiamo mantenuto il giusto equilibrato comportamento che le opposizioni hanno il dovere di osservare in circostanze così delicate, per facilitare il lavoro dell’intelligence e della diplomazia italiane, che si confermano tra le migliori al mondo. 

Ci siamo limitati a umanizzare la protesta delle famiglie colpite, abbandonate in tende canadesi davanti palazzo Montecitorio sotto la pioggia e il freddo per lungo tempo, tutelando la dignità delle persone e delle donne mobilitate per chiedere al Governo una tempestiva liberazione dei 18 marittimi e dei due pescherecci posti sotto sequestro.

Ringraziamo per la sensibilità dimostrata il presidente della CRI che ha fornito la tenda termoriscaldata, le autorità competenti per aver accettato di collaborare con noi.

Abbiamo svolto il nostro lavoro per soccorrere socialmente le famiglie, che si sono trovate senza lo stipendio dei pescatori per oltre tre mesi con proposte e atti concreti.

Tutto nella massima riservatezza. 

Ora il presidente Conte utilizza la fine di questo interminabile sequestro come un palcoscenico, strumentalizzando una vicenda che invece si sarebbe dovuta concludere con sobrietà. 

Aver avuto per quasi 4 mesi 18 italiani innocenti nelle prigioni di Bengasi, nel territorio di quella che fu la principale nazione alleata dell’Italia nel Nordafrica, ha messo in evidenza l’inconsistenza politica del nostro governo. Gli italiani sequestrati non erano militari né pericolosi terroristi, ma umili e furti pescatori e per questo la lunga e ingiustificata prigionia non avrebbe dovuto consentire alcuna deplorevole azione di propaganda.

Noi e Conte: due modi diversi di sentirsi istituzione. Come dicevano i francesi ‘Lo stile è l’uomo’”. 

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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