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Il presidente di FdI: «Sul Natale Conte si è improvvisato teologo. Intollerabile. Dai vescovi italiani mi sarei aspettata una presa di posizione un po’ più decisa»

di Francesco Borgonovo

Vari esperti, da settimane, affermano tutti la stessa cosa; l’Italia è arrivata a fronteggiare l’emergenza Covid con un piano pandemico datato, risalente al 2006. Se ne avessimo avuto uno aggiornato – dicono gli esperti – avremmo evitato migliaia di morti. Su questo argomento Giorgia Meloni ha le idee piuttosto chiare. E il suo partito, Fratelli d’Italia, da settimane chiede che la verità sulla gestione dell’emergenza venga a galla.

«C’è una decisione, la numero 1082/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Ue, che parla chiaro», dice la Meloni alla Verità. «Da quell’anno la Regolamentazione sanitaria internazionale del 2005 diventa ancor più vincolante per tutti gli Stati membri e ogni Stato, Italia compresa, doveva essere pronta a rispondere a un’eventuale pandemia. Non penso sia un caso che nazioni come la Germania, l’Olanda e la Danimarca, che hanno in larga parte rispettato queste disposizioni, piangano un numero di morti molto inferiore a noi. Il piano pandemico serve proprio a questo. Per farle un esempio, opera come un sistema antincendio: magari non spegne le fiamme, ma ti fa guadagnare tempo e salva vite. Dal 2013, che piaccia o no, i ministri della Salute sono stati Lorenzin, Grillo e Speranza. E avrebbero avuto l’obbligo di aggiornare il piano. Non mi sembrano propriamente esponenti di destra».

La Procura di Bergamo sta lavorando su questo tema. Forse dovrebbe sentire Speranza, Grillo e Lorenzin… «È quello che le sto dicendo, poi deciderà ovviamente la magistratura se farlo e chiedere perché l’Italia dal 2013 non aveva un piano pandemico aggiornato secondo le prescrizioni dell’Ile. Sa in cosa consiste un piano pandemico? Ti dice quanti sono i posti letto, i posti in terapia intensiva, i dispositivi di sicurezza, i ventilatori, i medici, gli infermieri e così via. A me pare importante visto che cosa abbiamo affrontato da febbraio. Invece l’Italia era ferma al 2006. Ma dalla “cura Monti” in poi sono stati chiusi centinaia di ospedali e tagliate decine di migliaia di posti letto, di medici e infermieri. Insomma, è cambiato il mondo. E infatti il Cts, appena si è insediato, si è reso conto di non avere dati e si è affannato a reperirli per costruire dì fatto un piano pandemico. Ma era troppo tardi. Vada a vedere i verbali del Cts dal 2 febbraio a inizio marzo. Leggendoli abbiamo anche capito perché non volevano pubblicarli».

Nei giorni scorsi è esploso un caso riguardante l’Oms. Un rapporto che metteva in imbarazzo il governo è stato pubblicato e subito ritirato. Il ricercatore che lo ha realizzato, Francesco Zambón, ha denunciato gravi pressioni da parte di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, Che idea si è fatta di questa storia?

«Vediamo di essere chiari: Oms ha diffidato Zambón dal comparire in Procura a Bergamo dove pure era stato convocato, trincerandosi dietro l’immunità di cui godrebbero i suoi funzionari in ragione di una Convenzione risalente al 1947. Sa che c’è scritto in quella Convenzione? Che, sì, essi godono di immunità, ma se questa intralcia la giustizia, l’Oms deve ritirarla. Perché l’Oms non lo fa? Cosa nasconde? Di cosa ha paura? La cosa più incredibile è che se legge la Regolamentazione dell’Oms si insiste sempre su un punto; trasparenza, informazione, comunicazione. Di fatto stanno smentendo sé stessi».

Fratelli d’Italia ha presentato varie interrogazioni su questi temi. Ma non risulta che ci siano state risposte. Lei si aspetta chiarimenti da Speranza? «Nella risoluzione unitaria che il centrodestra ha presentato al Senato e alla Camera viene riservato ampio spazio a tutto ciò. Fratelli d’Italia ha fortemente voluto che si facesse espressamente riferimento al piano pandemico perché Speranza continua a sottrarsi a tutte le richieste di chiarimento, parlamentari e non. Alcuni deputati di Fdi, chiamati a votare come tutti sull’emergenza, hanno chiesto di vedere il famoso piano segreto di cui da aprile parla il ministero. Sa che cosa è successo? Che siamo stati costretti ad andare davanti al tribunale per farcelo dare e il governo si è costituito contro di noi. Poi però ci chiedono collaborazione. Sì, a scatola chiusa. Lei si fiderebbe di chi ti chiede di lavorare assieme, ma si costituisce in giudizio contro di tè per non farti vedere i documenti?».

Direi di no. Nel frattempo il governo si vanta del «modello Italia». E c’è chi sostiene che «se ci fosse stata la destra al governo avremmo avuto dati catastrofici e non sarebbero bastati i cimiteri». «È la solita menzogna della sinistra e dei media di regime. A confermarlo é la classifica di mortalità da Covid-19 stilata sulla base dei dati ufficiali Oms: con oltre 60.000 morti e un numero di decessi pari a 9937 per milione di abitanti, l’Italia è seconda solo al Belgio e ha dati molto peggiori rispetto ai vituperati stati a guida sovranista come il Regno Unito, Stati Uniti e Brasile. Mi auguro che, prima o poi, qualcuno sia chiamato a risponderne».

Non avevamo un piano pandemico. Ma sembra che non abbiamo nemmeno un piano per gestire l’immigrazione. Gli sbarchi continuano, e non vediamo grandi soluzioni da parte del governo. «In realtà il piano del governo è chiaro: spalancare le porte dell’Italia a un’immigrazione illegale di massa, sancita dal “decreto Insicurezza” approvato alla Camera solo pochi giorni fa. Senza contare l’assurdità di emendamenti come quello della Boldrini che dice che chi si dichiara omosessuale non può essere più rimpatriato. Al netto del fatto che ho chiesto alla Boldrini, senza avere risposta, come si possa verificare se qualcuno sia o no omosessuale, non ci vuole un genio per vedere che domani noi avremo flotte di barconi battenti bandiera arcobaleno. Una situazione totalmente surreale: mentre il governo e Conte lavorano per limitare le libertà dei cittadini italiani durante le festività natalizie e bloccano addirittura gli spostamenti tra Comune e Comune, consentono agli immigrati che arrivano in Italia di spostarsi da un continente all’altro e da una nazione all’altra senza nessun controllo. Se Conte e i ministri giallorossi vogliono occuparsi degli immigrati, e non degli italiani, si dimettano e vadano a governare un Paese africano evitando agli italiani di pagare il loro stipendio per non occuparsi dei problemi dell’Italia».

Una domanda sul Natale. Che ne pensa delle varie restrizioni alle messe? «Al netto del fatto che costringere gli italiani a scegliere se andare alla messa di Natale o se cenare in famiglia potrebbe essere un’idea poco felice, perché il rischio di un pienone in Chiesa la mattina del 25 dicembre è dietro l’angolo, dico che il governo ha il compito di dire che cosa va fatto dal punto di vista sanitario per contenere il contagio. Ma non si deve addentrare in questioni che attendono il sacro e la religione. Invece in questi giorni abbiamo visto l’esatto contrario, Conte e i suoi ministri si sono scoperti improvvisamente teologi e dottori della Chiesa, hanno parlato di come si deve celebrare il Natale dal punto di vista spirituale, hanno discusso per giorni dell’orario di nascita di Gesù e si sono permessi di dire se e quando si deve celebrare la messa di Natale. Intollerabile. Comprendo lo spirito di collaborazione e rispetto le scelte dei vescovi italiani, e non mi permetto di sindacarle, ma da umile fedele mi sarei sinceramente aspettata una presa di posizione un po’ più decisa. “Libera Chiesa in libero Stato” è un principio che va rispettato e, soprattutto, difeso».

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