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L’intervento del presidente di Fratelli d’Italia nell’Aula della Camera sull’informativa del Presidente del Consiglio Conte sul DPCM del 24 ottobre 2020.

Presidente Conte, nell’ora più incerta, a sempre più italiani pare che questo Governo non ci stia capendo molto e non perché lo denunciamo noi, ma perché lo confessate voi, nel momento stesso in cui sfornate tre DPCM in dodici giorni. L’Italia rischia di ritrovarsi in una situazione peggiore di quella che abbiamo affrontato a marzo. Lo considero francamente imperdonabile perché, in questi mesi, il vostro Governo ha avuto poteri mai visti nella storia repubblicana e risorse mai viste nella storia d’Italia.

Avete avuto tutto quello di cui c’era bisogno per fare del vostro meglio, compresa la possibilità di scavalcare sistematicamente il Parlamento della Repubblica italiana, come state facendo anche oggi. Non ci sono scuse per quello che sta accadendo. Noi continuiamo a parlare di emergenza, ma emergenza significa ‘situazione imprevista’ e questa non solo non era imprevista ma era addirittura stata annunciata. Noi non siamo di fronte a un’emergenza. Semmai, siamo di fronte a una calamità come il COVID-19, sulla quale impatta un’altra calamità: l’inconcludenza che avete avuto in questi mesi. Mi dispiace. Perché non siamo preparati ad affrontare questa seconda ondata?

Presidente Conte, non siamo preparati perché nonostante tutto questo negli ultimi mesi voi siete stati in altre faccende affaccendati. Glielo dimostro con i fatti e le dimostro anche la nostra serietà e il tentativo di dare una mano a cospetto della vostra ignavia. Prendiamo un mese a caso. Di che cosa vi siete occupati nel mese di agosto? Glielo faccio vedere: 1° agosto, accordo sul “decreto Sicurezza”. Nello stesso giorno, Fratelli d’Italia denunciava l’ennesima fuga di migranti da un centro d’accoglienza in violazione della quarantena e chiedeva al Governo se fosse normale rischiare di rendere vani i sacrifici che gli italiani avevano fatto per la vostra furia immigrazionista. Vi siete vantati, giustamente, del fatto che l’Italia era riuscita a contenere il contagio che, invece, continuava a galoppare in Europa. Ma allora, scusate, perché non avete fatto nulla per impedire il contagio di ritorno? Perché non avete fatto nulla per un controllo a tappeto di chiunque entrava in Italia, fossero italiani, turisti o immigrati regolari? Perché non abbiamo fermato l’immigrazione clandestina? No, noi stavamo lì a parlare di come favorirla. Posso andare avanti: 4 agosto; nel decreto sulla pandemia la proroga dei vertici degli 007: uno dei tanti esempi che si potrebbero fare di come la pandemia è stata utilizzata per fare un’infornata di nomine e di poltrone come avete fatto in questi mesi. Nello stesso giorno, invece, noi “irresponsabili” chiedevamo conto al presidente Zingaretti di dove fossero finite le mascherine che aveva profumatamente pagato con 14 milioni di euro e che non sono mai state consegnate ai cittadini. Noi chiedevamo conto allo “sceriffo di Nottingham”, Vincenzo De Luca, dove fosse l’ospedale COVID-19 che aveva promesso ai campani. Ci occupavamo di queste cose. Posso andare avanti, perché di esempi ce ne sono moltissimi. Il 27 agosto: legge elettorale entro l’estate. Nello stesso giorno Fratelli d’Italia denunciava quanto fosse pazzesco che il Governo aveva risolto il problema del distanziamento degli studenti sui mezzi pubblici stabilendo il principio che gli studenti erano ‘congiunti’, come se il COVID-19 si potesse fermare con i giochi di parole. Il 28 agosto la Cirinnà tuona: “A settembre non daremo tregua sulla legge contro l’omofobia”. Ma siete sicuri che gli omosessuali di questa Nazione non avrebbero voluto vedervi al lavoro per difendere le loro attività invece che di questa roba? Siete sicuri? Lo stesso giorno noi proponevamo un’assistenza sanitaria speciale per gli anziani che lavorano all’interno delle scuole. Questi sono i fatti e la storia ve ne chiederà conto. Vi chiederà conto anche della ragione per la quale non avete neanche voluto ascoltare chi, bene o male e anche dall’opposizione, tentava di fare la sua parte non per dare una mano a questo Governo, che prima va a casa e meglio è, ma per dare una mano alla Nazione. No, eravate troppo impegnati a darci dei negazionisti. Però anche qui, e lo dico anche al collega che è intervenuto prima, gli unici negazionisti li abbiamo visti al Governo.

Zingaretti diceva che “non ce n’è Coviddi a Milano”, e giù aperitivi quando noi chiedevamo di fare la quarantena per chi rientrava dalla Cina; il ministro Lamorgese ci dice che “non ce n’è Coviddi sui barconi”, sfidando la scienza e anche l’intelligenza degli italiani; il ministro Azzolina ci ha detto che “non ce n’è Coviddi nelle scuole”: forse ritiene che siano sicure perché magari gli studenti possono scappare più facilmente dal virus visto che hanno i banchi a rotelle. Ma lei capisce che la serietà è un’altra cosa. Noi invece proponevamo i termoscanner, le tensostrutture per allargare gli spazi, il coinvolgimento del privato, scorrere le graduatorie per coprire le carenze di organico. Il ministro De Micheli ha detto che “non ce n’è Coviddi sui mezzi pubblici” e io voglio sapere qual è l’evidenza scientifica con la quale si fa una dichiarazione del genere.  Presidente Conte, perché è intollerabile questa bugiarda irresponsabilità. Noi invece abbiamo proposto l’utilizzo dei pullman privati, taxi collettivi, gli NCC, le sanificazioni che non avete mai fatto e via discorrendo; Il Ministro Speranza ci ha spiegato come non c’era più “Coviddi” in un libro che poi ha dovuto far sparire e probabilmente anche Arcuri ha pensato che di “Coviddi” non ce ne sarebbe stato più, visto che le Regioni hanno mandato al Governo le necessità che avevano per potenziare la sanità a luglio e lui ha attivato i bandi a ottobre, quando il virus era già ripartito. Mi dispiace, signori, ma questi sono i fatti.

Che cosa fare ora? Noi – in punta di piedi, non siamo virologi, non ci confrontiamo con il CTS – abbiamo provato a fare qualche proposta che ci pare di buonsenso: una gestione sensata e veloce dei tamponi, consentire anche alle farmacie di poter fare i test, una sanità dedicata, perché non si muore solo di COVID-19. Il nostro modello rimane quello dell’ospedale Fiera di Milano, che la maggioranza e la stampa di regime hanno deriso e attaccato – collega Ricciardi, ancora aspetto le tue scuse – mentre oggi tutti vorrebbero avere quello che c’è in Lombardia. E poi, scusate, anche qui lo dico in punta di piedi: ma se l’Istituto Superiore di Sanità dice che la media dei decessi è di persone che hanno 80 anni con più di tre patologie pregresse, perché nessuno ha pensato ad aiutare quegli anziani e quelle categorie a rischio a uscire di casa il meno possibile con un’assistenza domiciliare a tappeto? Che senso ha che noi chiudiamo le palestre ai ventenni e poi imponiamo a una donna di 85 anni di stiparsi sull’autobus insieme ad altre 85 persone per andare a fare il vaccino antinfluenzale? Non capisco. Non è sensato? Qualcuno ci spiegherà che non è sensato, però spiegateci il perché una volta tanto. Purtroppo, temo che queste risposte non arriveranno neanche oggi, perché si fanno appelli all’unità in favore di telecamera, ma poi di unità ne abbiamo vista poca. Abbiamo visto la voglia di scaricare le responsabilità. Si scaricano le responsabilità sulle Regioni, facendo finta di non sapere che l’articolo 117, comma 2, lettera q), della Costituzione italiana dice che la profilassi internazionale è competenza dello Stato e, quindi, è vostra. Si scaricano sui Comuni, facendo finta di non sapere che non hanno gli strumenti per far rispettare le prescrizioni; si scaricano sui ristoratori, sui commercianti, sugli italiani.

Presidente Conte, è sempre colpa di qualcun altro. Non è mai solo colpa vostra. Solo che voi siete quelli che decidono e, quindi, qualcosa non torna. L’ho sentita dire, qualche sera fa in televisione, che avete chiuso i ristoranti per decongestionare i mezzi pubblici. Dico: ma lo pensa veramente? Guardi che i mezzi pubblici non sono pieni all’uscita dei ristoranti; sono pieni all’entrata delle scuole e degli uffici, ma questo immagino che lo sappia anche lei. Credo che sia per questo che poi la gente ha difficoltà a credervi. Anche sui ristori avete mentito. Parlavate di un rimborso pari al 100 o 200 per cento del calo del fatturato e poi ci siamo ritrovati con un ristoro pari al 100-200 per cento del bonus previsto nel “decreto Rilancio”. Mi consenta di dire che non basta, perché uno Stato giusto, se diminuisce o azzera il guadagno di un’azienda per decreto, poi non si presenta con un bonus ma interviene sui costi fissi di quell’attività: il personale, gli affitti, i mutui, i prestiti, le tasse, le utenze. Come si pagano, quando uno non ha entrate, Presidente Conte? Con il vostro bonus?

Io penso che sia per questo che la gente è esasperata. Scendono in piazza, Presidente Conte, scendono in piazza perché vogliono lavorare, chiedono lavoro; forse non li capite per questo, perché non chiedono il reddito di cittadinanza, ma chiedono lavoro e voi avete la responsabilità di ascoltare il disagio di quella gente, come stiamo, nel nostro piccolo, facendo noi di Fratelli d’Italia, con un presidio permanente a pochi passi da qui. Non vi trincerate dietro quei quattro idioti violenti che si infilano nelle manifestazioni, finendo per farvi un favore, perché la realtà è molto più ampia. Consiglio anche prudenza sul fatto delle ‘regie criminali’ di queste manifestazioni, perché semmai siete voi che rischiate di consegnare quelle attività alla criminalità organizzata mettendole in ginocchio.

Non vi trincerate! Voi lo sapete perché avete definito sacrificabili quelle attività, ma l’unica attività veramente sacrificabile finora è stata la vostra. La ragione per la quale avete fatto tutti questi errori è che, al centro della vostra attenzione, c’era il vostro ego, la vostra popolarità. Provi a guardare fuori dalla finestra, invece che lo specchio, Presidente Conte, e scoprirà la realtà di una Nazione in ginocchio, che non si può più permettere la vostra spocchia. Dovete scendere dal piedistallo e guardare in faccia quella gente che vi sta chiedendo aiuto.

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