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di Alessandro Rico

Onorevole Giorgia Meloni, com’è la campagna elettorale in tempi di Covid, per chi era abituato a stare tra la gente? «È molto complessa: tempi brevissimi, spazi enormi, assenza di mezzi di spostamento adeguati».

Un’odissea. «L’unica campagna elettorale in cui, praticamente, devi chiedere alla gente di non venire alle manifestazioni. Diventa una corsa impari, perché noi non abbiamo a disposizione gli strumenti che hanno gli altri».

Quali strumenti? «Comunicazione istituzionale, tg di regime. Si figuri che Conte ci aveva confezionato un bel messaggio alla nazione dal programma più visto d’Italia a una settimana dal voto. Stile Kim Jong Un…».

Realisticamente, a che risultato puntate alle Regionali? «Penso siano contendibili praticamente tutte le Regioni».

Esclusa la Campania? «No, anche se Vincenzo De Luca passa la giornata a insultare il governo e il Pd… Cerca di far dimenticare che fa parte di quella combriccola, di racimolare un consenso che è, comunque, nostro».

Lei ha attaccato il virologo Pierluigi Lopalco, candidato in Puglia con Michele Emiliano, che ha inviato «santini» ai malati oncologici. «In Puglia la sinistra sta dando il peggio di sé: una campagna elettorale brutta, scorretta, nervosa, aggressiva. Se certe cose le facessimo noi, interverrebbero le Nazioni Unite».

Ad esempio? «Concorsi indetti con la scusa del Covid, con 1.000 posti nella sanità annunciati in piena campagna elettorale; agenzie della Regione che indicono bandi e sono dirette da esponenti che animano liste di sostegno a Emiliano. Liste piene di gente che non ha speranza di essere eletta».

Portatori di voti? «Mi assumo la responsabilità di quello che dico: 15 liste e 500 candidati servono a esercitare il controllo del voto sul territorio».

Tornando a Lopalco? «Una cosa che grida vendetta, perché Lopalco è un tecnico pagato dai pugliesi 100.000 euro l’anno».

Ha detto che il virus non viaggia sui barconi, ma sulla prima classe degli aerei. «Mi piacerebbe sapere quali studi scientifici può esibire a suffragio di questa tesi».

E la storia dei santini? «Come fa lui a sapere che una certa persona è malata di cancro, per mandarle, insieme al suo santino, l’invito a un convegno sul rapporto tra Covid e oncologia? Chi gli ha dato la lista dei pazienti della Regione Puglia, perché inviasse loro materiale elettorale? Cosa accadrebbe se noi facessimo una cosa del genere?».

Darete la spallata al governo? O Giuseppe Conte reggerà? «Il governo punta a reggere. Non lo scopriamo oggi che a Conte, al Pd e ai 5 stelle, di quello che pensano gli italiani non importa assolutamente nulla. Però, dovrebbe interessare al presidente Mattarella».

Che dovrebbe fare Mattarella? «L’istituto dello scioglimento delle Camere altro non è che lo strumento di cui il presidente della Repubblica dispone, qualora ravvisi che c’è una distanza macroscopica tra ciò che vuole la gente e ciò che fa il palazzo».

Se la maggioranza tiene? «Il presidente della Repubblica non è un notaio delle maggioranze parlamentari. È il garante della Costituzione, dei principi che vi sono iscritti. A partire dal primo: che la sovranità appartiene al popolo».

Finora, Mattarella non è stato particolarmente sensibile agli appelli del centrodestra… «Però non credo che si possa non tenere conto dell’ennesimo segnale. Non voglio dare lezioni al presidente della Repubblica. Dico solo che la democrazia conta».

A proposito di capo dello Stato: i giallorossi vogliono rieleggerne uno a loro immagine. Il centrodestra che contromossa propone? Mario Draghi? «Guardi, la mia contromossa è portare in Parlamento una proposta di legge d’iniziativa popolare, che verrà calendarizzata, per chiedere l’elezione diretta del capo dello Stato».

C’è il Covid, possiamo permetterci una campagna elettorale per le politiche? «Il Paese e il Parlamento sono bloccati per colpa di questa maggioranza che non riesce a mettersi d’accordo su nulla. Meglio un mese di campagna elettorale che altri tre anni di immobilismo».

Perché al referendum vota sì? «Per coerenza: abbiamo votato sì alla norma. Ma se vince il no, non me ne cruccio».

Sarebbe un’altra batosta al governo? «Sarebbe una bocciatura clamorosa, ma attenzione a non cadere nella trappola dei 5 stelle».

Cioè? «Non è vero che il referendum è un test sul governo. Se il sì vince, non sarà un successo dei grillini, perché il sostegno è trasversale. Viceversa, il Pd prima si era sempre schierato per uno».

Il centrodestra non poteva puntare sul no, in funzione anti M5S? «Io non sono una che, su queste materie, ricorre ai tatticismi».

Come va con Matteo Salvini? Continua il derby Lega-FdI? «Abbiamo fatto una manifestazione insieme per Raffaele Fitto sabato. Ne faremo una per Susanna Ceccardi il 18. Vinceremo insieme. E questo ci distingue dai nostri avversari».

Che intende? «Noi stiamo insieme per scelta. Mica per convenienza».

Qualcuno ha provato a usare i sondaggi per mettere zizzania. «Lo hanno sempre fatto». Sì? «Quando Salvini era al 30% e io al 3,5%, passavo le giornate a rispondere alla domanda: “Come fate a stare insieme? Salvini vi schiaccia”».

Come replicava? «Che si può crescere insieme. Noi, compatti, facciamo paura».

Siete compatti? «Da Conte non siamo andati separatamente, anche se lui aveva provato a solleticare l’orgoglio di qualcuno. Sugli atti parlamentari fondamentali, come il voto sullo scostamento di bilancio, abbiamo deciso insieme. Alle regionali e alle amministrative andiamo insieme. E abbiamo firmato un patto».

Quello anti inciucio? «Esatto. Che altro dobbiamo dimostrare? Dall’altra parte, Renzi dichiara che, a ripensare all’alleanza con i 5 stelle, gli viene ancora il voltastomaco…».

L’ Espresso lancia l’allarme su di voi: arriva l’onda nera. «L’onda nera con Fitto?» (Risata).

Niente onda nera? «Il pericolo dell’onda nera scatta insieme alla par condicio. Solo che la sinistra, le campagne elettorali fatte così, le perde tutte».

L’antifascismo non tira? «Quando la sinistra non sa affrontare un problema, dice che è colpa del fascismo. Stanno usando addirittura la tragedia di un ragazzo di 21 anni picchiato a morte per dire che è colpa mia e di Salvini».

Chiara Ferragni, la colpa la dà alla «cultura fascista». «A me pare che sia colpa della cultura effimera».

Cioè? «I palestrati che hanno ucciso Willy sono distanti anni luce da qualunque cultura. Escludo che abbiano mai letto un libro».

E se fosse? «Semmai, sono figli di chi, nei salotti buoni, ha propagandato il modello Gomorra per farci milioni. Di chi ci ha spiegato che, in Italia, il problema della droga non esiste. Di chi, come valore massimo, propone l’obiettivo di comprarsi un paio di scarpe da 1.000 euro».

A che allude? «Mi chiedo solo come mai la Ferragni e Fedez non facciano una bella campagna contro la diffusione della cocaina tra i giovani».

E l’aggravante razziale? «C’è quella dei futili motivi. Non lo dico io ma gli inquirenti. Tant’è che io non sono così cretina da strumentalizzare il fatto che, dalle bacheche Facebook di questi energumeni, si scopre che almeno uno aveva messo i “mi piace” al Movimento 5 stelle».

Davvero? «Ma sarebbe assurdo dare la colpa ai 5 stelle. Sa che a metà agosto è morto un altro ragazzo fuori da una discoteca? Aveva 21 anni e si chiamava Filippo Limini. L’hanno picchiato e poi investito due volte con l’auto».

No. «Non ne ha parlato nessuno, perché è stato ammazzato da tre romeni e la sua morte non era funzionale alla campagna elettorale della sinistra. Anche qui credo che di mezzo ci sia sempre la droga. Quello è il problema. Io le battaglie contro la droga le faccio. I giallorossi, nel decreto Rilancio, proponevano la legalizzazione».

Oggi dovrebbero arrivare 77 milioni di mascherine per le scuole. La settimana scorsa, intanto, gli istituti dicevano ai genitori di procurarsele autonomamente. «Se è per questo, lo dicevano gli atti del governo, che era compito delle famiglie trovarle».

Da dove arriva questo caos? «Si sono mossi male e tardi. La Azzolina è un incompetente sintomatica. La De Micheli ha “risolto” il problema dei trasporti con i finestrini aperti d’inverno. È surreale».

È vero che i barchini non si possono fermare, come dice Luciana Lamorgese? «Hanno fermato la democrazia e non sanno fermare i barchini?».

Si può fare, quindi. «Con un blocco navale. Ma questi sono mossi da una cieca furia immigrazionista».

Parla della sanatoria di Teresa Bellanova? «Un provvedimento ideologico che sognavano da tempo, approvato con la scusa del Covid. E nel di Rilancio, hanno stanziato 30 milioni per velocizzare le pratiche di regolarizzazione. Intanto agli italiani, ad agosto, ancora non arrivava la cassa integrazione».

Poi ci sono le fughe dei migranti dai centri d’accoglienza. «Già. E i droni dove sono? Li hanno usati con gli italiani a Pasquetta, li mandino a cercare gli immigrati che scappano». Molti sono positivi. «A Marco Marsilio, il nostro governatore abruzzese, hanno mandato una quarantina di immigrati da Lampedusa con una rassicurazione: “Abbiamo fatto i test, sono negativi”».

E invece? «Ha fatto rifare il test: cinque sono risultati positivi. Ma intanto avevano attraversato mezza Italia. Noi abbiamo fatto sacrifici e agli immigrati non si può chiedere di non violare la quarantena?».

Il governo ha approntato le linee guida per il Recovery fund. Voi che contributo offrirete? «Sono molto preoccupata da quello che abbiamo letto finora, è un manualetto delle banalità. Noi come sempre siamo a disposizione per dare una mano all’Italia, abbiamo molte proposte da fare, ma se il buongiorno si vede dal mattino, non credo al governo interesseranno».

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