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“La sostanziale abolizione del contante cui la sinistra grillopiddina ha condannato il decreto rilancio dimostra la totale insensibilità del governo Conte all’economia reale e alle attività produttive e costituisce l’ennesimo favore alle banche. Introdurre la moneta elettronica significa mandare sulla sedia elettrica decine di migliaia di imprese”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli intervenendo  in commissione Bilancio sul dl rilancio.

“L’Italia è al collasso ma il governo non ha avuto la forza di imporre agli istituti di credito la rinuncia alle commissioni bancarie sui pagamenti elettronici né ha inteso caricarsene i costi. Il Pd, Italia Viva e il Movimento 5 Stelle faranno pagare all’economia reale e alle famiglie i costi delle commissioni imponendo l’obbligatorietà delle carte elettroniche, a meno che non dovesse accadere un auspicabile ripensamento prima della votazione del Decreto Rilancio”.

“Questo nuovo obbligo, di cui abbiamo chiesto lo slittamento al post crisi, comporterà un aumento delle spese per gli imprenditori, una nuova erosione al risparmio e trasformerà gli stessi semplici pagamenti in nuova tassa. Una scelta grave che fa pagare i costi di un presunto e poco efficace contrasto all’evasione fiscale alle aziende oneste che fatturano tutto e che dovranno rinunciare a una percentuale tra l’1 e il 4% del proprio guadagno”.

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