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“Siamo tutti favorevoli alla digitalizzazione, e andrebbe potenziata dove non è ancora arrivata visto che oltre metà dell’Italia soffre tuttora di un enorme divario digitale che la penalizza. Va detto però che la stessa digitalizzazione, così come la robotizzazione e la delocalizzazione sono fenomeni figli della globalizzazione, proprio come il Coronavirus. La globalizzazione è un modello pervasivo che deve essere governato con rigore e indirizzato verso una visione della vita e della società che mantenga in posizione centrale la persona umana e l’identità culturale dei popoli. Prima di accelerare su processi di modernizzazione tecnologica occorre rivedere il nostro modello di sviluppo. Occorre capire di cosa vivranno le famiglie che saranno sostituite nella catena produttiva da robot e microcircuiti. Il Covid-19 deve imporre alla Comunità occidentale una riflessione di scenario su regole del libero mercato e rapporti tra i paesi che vi aderiscono.  

È necessario mettere dei paletti per salvaguardare i livelli qualificativi. Penso alla Cina, che non può continuare a produrre facendo concorrenza sleale e costringendo così altri paesi a chiudere le loro filiere produttive perché conviene acquistare dalla Cina e che è portatrice di abitudini sanitarie, igieniche, alimentari, distanti anni luce dalle nostre.

Libero mercato non significa anarchia. Mi chiedo: deve essere l’Occidente ad abbassare i propri standard qualitativi oppure deve essere la Cina a innalzarli, anche ai fini del mantenimento del sistema sociale conquistato dai nostri padri nei secoli? Si può stare dentro un’economia di mercato, certo, ma seguendo tutti le stesse regole.

Gli stili di vita Made in Cina hanno consentito al Coronavirus di passare dall’animale all’uomo nel mercato di Wuhan e poi di trasferirsi – grazie alla globalizzazione di merci ed economie – in Europa e nel resto del mondo. Non sono i nostri stili di vita e noi non dobbiamo snaturarci per rincorrere produzioni a basso costo, determinando disoccupazione globale. C’è bisogno di coniugare la pandemia con il destino della nostra civiltà”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo a ‘Coffee Break’.

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