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“Il governo Conte riveda la norma sui congiunti e dia una più chiara definizione del termine. Non comprendiamo, soprattutto alla luce del gravissimo caso denunciato con una lettera da Francesco Curridori, pubblicata su ‘Il Giornale’. Non si sa perché dall’ultimo Dpcm siano stati esclusi i single che, per quel che riguarda i disabili, è intollerabile. Fermo restando l’importanza di poter incontrare i propri familiari, riteniamo inconcepibile che si sia usata la locuzione ‘affetti stabili’ per accontentare prevalentemente il mondo Lgbt e non si sia fatto nulla a difesa di chi, purtroppo, è rimasto senza parenti oppure, a causa delle sue precarie condizioni di salute, ha già trascorso buona parte della sua vita in quarantena. Non capiamo, inoltre, come si possa considerare più rischioso per la propria salute un amico piuttosto che un parente, considerato anche che, come ha recentemente dichiarato il premier Conte, ¼ dei contagi, in questi due mesi di quarantena, è avvenuto in ambito familiare. Ci aspettiamo, pertanto, che si ponga rimedio a questa ingiustizia quanto prima. Del resto non siamo stati noi a scegliere la strada dell’arbitrio, decidendo discrezionalmente – invece che stabilendo protocolli validi per tutti – chi avesse più diritti di altri. Ed è oggettivo che i single disabili ne abbiamo di più di chiunque altro”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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