Presidente Meloni, il governo rischia la crisi sul Fondo salva Stati (Mes). Soddisfatta? «Finalmente fanno i conti con la realtà. Conte è un bugiardo seriale e ha detto menzogne su menzogne, arrivando a dire che sul Mes non aveva preso accordi. E voglio vedere se a Di Maio resta un briciolo di dignità: voglio sentirlo dire, dimostrando di non pensare solo alla poltrona, che il governo cade su questo imbroglio. Siccome Di Maio ha un terzo dei parlamentari, nonostante nei sondaggi sia ormai ai minimi termini, esca dalla propaganda e faccia valere il suo peso per difendere una volta tanto gli interessi degli italiani fermando questo scempio».
Uno scempio? Finora ha parlato di «fregatura mondiale per l’Italia». «Il Mes è sia uno scempio che una fregatura. L’Italia ha già versato quasi 15 miliardi e si è impegnata per 125 miliardi totali cui in caso di difficoltà non potrebbe accedere, in quanto per poter attingere ai suoi finanziamenti bisogna avere i parametri in linea con le regole di bilancio dell’Eurozona. Insomma, paghiamo per un Fondo che potrebbe essere usato solo da Germania, Olanda e altri 4-5 Stati. A meno che non si decide che il nostro Paese, in caso di problemi, viene di fatto commissariato dallo stesso Mes. Inoltre il nuovo trattato prevede la possibilità di ristrutturazione del debito pubblico per chi accede al fondo».
Conte e Gualtieri hanno escluso questo rischio. «E invece c’è. Il ministro Gualtieri ha detto che non c’è alcun automatismo, ma rimane la possibilità che questo accada. Nel caso in cui l’Italia avesse bisogno di accedere al Mes e ci fosse la ristrutturazione del debito pubblico, le nostre banche andrebbero in default visto che detengono il 70% del debito pubblico italiano. Di conseguenza, a causa delle regole del bail-in, scatterebbe la corresponsabilità dei correntisti e verrebbero colpiti i risparmiatori. Insomma: i risparmi degli italiani sono a rischio. Tanto più che mettere le mani su questi soldi è l’obiettivo dichiarato dei tedeschi, che vorrebbero che l’Italia riducesse il proprio debito pubblico attingendo ai risparmi degli italiani».
Se fosse vero, perché Conte avrebbe firmato questa riforma del Mef? «È quello che domani chiederò al presidente del Consiglio nell’aula della Camera. Ame non sfugge che Conte, da oscuro prestanome e semplice burattino del governo gialloverde, è diventato improvvisamente uno statista europeo. E io voglio sapere se Conte ha firmato con il sangue degli italiani una cambiale per restare a palazzo Chigi».
Salvini ha detto di voler denunciare il premier alla magistratura. Lei? «Se, davvero, avesse svenduto gli interessi nazionali per perseguire quelli personali sarebbe normale denunciarlo per alto tradimento».
Il leader della Lega chiede l’intervento di Mattarella. Si associa? «Più personalità di rilievo intervengono su questa materia, meglio è. E il capo dello Stato può ricorrere alla sua moral suasion per impedire questa fregatura agli italiani. Ma ciò che è più importante è che Conte, al Consiglio europeo, tomi sui suoi passi e rinneghi quanto accettato. L’Italia farà una figuracela, dicono. Ma non sarebbe la prima volta che una nazione cambia posizione in corsa: la Francia in passato si è rimangiata intese importanti per difendere l’interesse nazionale. È quello che ora deve fare il governo, ascoltando il Parlamento».
Gualtieri sostiene che se l’Italia blocca la riforma del Mes non avrebbe più l’aiuto in caso di crisi. «Falso. Se si blocca la riforma a pagarne il prezzo sarebbero le banche tedesche, quelle a rischio default a causa della Brexit. Ed è per questo che Berlino spinge: mentre noi ci siamo pagati da soli i salvataggi delle banche italiane, i tedeschi vogliono far pagare a tutti il salvataggio delle loro».
Sempre Gualtieri sostiene che lei e Salvini siete contro il Mes perché volete portare l’Italia fuori dall’euro. Cosa risponde? «Sono idiozie di una persona che si arrampica sugli specchi perché non può spiegare il perché l’Italia firma un trattato che la danneggia. Io non ho mai proposto l’uscita unilaterale dall’euro. Ma voglio starci difendendo gli interessi nazionali italiani, non quelli della Merkel. Ed è quello che dirò il 9 dicembre a Bruxelles quando, insieme a tutti i parlamentari di Fratelli d’Italia, andrò a dire che l’Italia non prende ordini».
Gli ultimi sondaggi danno Fdi oltre al 10% e lei più popolare di Salvini. Scatterà la competizione per la guida nel centrodestra? «Sono soddisfatta di questi dati perché non ci siamo arrivati in un istante, ma percorrendo una lunga strada fatta di coerenza e serietà. Il consenso che riceviamo è ragionato. Non istintivo. Ma ora è Salvini ad avere più voti e finché sarà così è suo compito guidare il centrodestra, se ha voglia di farlo. Non serve una competizione tra noi: non avrebbe senso che ci rubassimo i voti a vicenda visto che puntiamo ad andare al governo insieme».
Lei ha spesso escluso di volersi candidare a sindaco di Roma. Conferma? «Io ho una parola sola e non la cambio. E prima di parlare del candidato, voglio sapere quale progetto il centrodestra ha per Roma Capitale. Roma ha un sindaco pessimo, ma è una città che sarebbe in difficoltà anche con il sindaco migliore del mondo: servono ruolo e poteri speciali».