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“Quando nel 2014 scoppiarono i primi disordini a Hong Kong, entrai alla Camera dei deputati con ombrello giallo aprendolo nell’emiciclo per poter testimoniare già all’epoca la mia vicinanza a Joshua Wong e per sollecitare l’Occidente di uscire fuori dall’ipocrisia. Quale ipocrisia? La tolleranza della dittatura cinese, le violenze e il conculcamento delle libertà civili e politiche perché la Cina è una potenza economica che ha rapporti con tutti l’Occidente. Quando nel 1989 il vento della globalizzazione fece crollare il Muro di Berlino, poco prima ci fu Tienanmen. Ma quel vento che pure riuscì a far crollare la potenza sovietica non riuscì però a fare altrettanto con il regime comunista cinese.  La ragione stava nel fatto che nel 1971 la Cina entrò nel Wto, nel salotto buono dell’economia e della finanza occidentale per inserirsi nel mercato globale e cannibalizzare la nostra economia, prendere tutti i vantaggi senza dare niente in cambio in termini di apertura alla libertà e ai diritti. In politica estera occorre parlare con tutti però questo velo di ipocrisia nei confronti della Cina dobbiamo avere il coraggio di squarciarlo”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, intervenendo alla conferenza stampa svoltasi alla Sala dei Caduti di Nassiriya del Senato della Repubblica organizzata dal senatore Adolfo Urso di Fdi e dal Partito Radicale. 

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