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“Sui contenuti di questa legge di bilancio occorre denunciare la clamorosa assenza di chi avrebbe dovuto rappresentare il centrodestra e non l’ha fatto. La manovra tradisce una deriva assistenzialista di derivazione tardo marxista, la stessa che nei decenni ha prodotto il mostruoso debito pubblico italiano, il nostro tallone d’Achille. La domanda è: in quale angolo della manovra sono ubicati crescita e sviluppo, cioè quei parametri che hanno caratterizzato nel tempo il centrodestra, in alternativa alla politica del rigore e a quella dell’assistenzialismo? Sui non garantiti occorre intervenire per strapparli alla povertà con il lavoro non con le elemosine. Questa manovra è di sinistra, pensa a distribuire una ricchezza che non c’è invece di provare a costruirla per creare opportunità di lavoro e migliorare i servizi verso i più deboli. Nell’alleanza penta nordista non c’è equilibrio tra destra e sinistra, posto che chi dovrebbe rappresentare la destra si è a sua volta arreso alla rincorsa clientelare del voto, assecondando la logica della redistribuzione nella metà campo del sistema previdenziale con la cosiddetta quota 100. Ma così facendo non si accorge di stare a colpire il 58% dei pensionati appartenenti al ceto medio attraverso il blocco degli aumenti programmati. La Fornero intanto resta dove è. Gli investimenti nel 2019 caleranno, la tassa piatta è scomparsa, le tasse aumentano in due anni dello 0,8%, arrivando al 42,8 nel 2020. Il Sud è condannato al reddito di cittadinanza e deve rinunciare a un serio piano di modernizzazione e infrastrutture. Diminuiscono i trasferimenti alla Protezione Civile, crollano gli stanziamenti per la ricostruzione, la sicurezza e il territorio, mentre alle imprese italiane vengono tolti 5 miliardi.  tagliati i fondi per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Assente anche un progetto serio per Roma, sulla scia di quanto realizzato dalla Francia per Parigi, dalla Germania per Berlino, dal Regno Unito per Londra che invece hanno conferito poteri speciali e risorse miliardarie alle proprie capitali. Altro che ‘manovra trumpiana’, Lega Nord e 5 Stelle puntano ad arrivare alle elezioni europee per portare all’incasso il neo ‘vitalizio grillino’ e la quota 100 leghista, ballano insomma a maggio 10 milioni di voti per la maggioranza di governo. E costano cari all’Italia”.

E’ quanto ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, intervenendo in Aula alla Camera come relatore di minoranza durante la discussione generale sulla legge di Bilancio.

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