“La facilità con cui oggi altri ‘diciottini’ si sono dileguati, sommandosi a quelli sparsi in giro per l’Italia, 61 dispersi secondo i dati del Viminale, ci fa sorgere dubbi circa l’efficacia della soluzione costruita dal Governo italiano. La Cei, che ha dato la disponibilità a ospitare in propri centri e a proprie spese gli immigrati, è stata informata dell’accordo scaturito dal Consiglio europeo di giugno? E, nel caso, in che modo il ministero degli interni si è sincerato della reale capacità di questi centri di garantire ‘un’accoglienza sorvegliata’, come sancito dall’Ue su nostra richiesta? Al di là del fatto che oggi il Viminale sia impegnato nella conta dei dispersi, con solerzia ragionieristica, siamo curiosi di sapere se siano stati o meno presi accordi e chi avesse il compito di verificarne il rispetto. Abbiamo cercato, ma non abbiamo trovato nulla nero su bianco. Se poi si fosse in presenza di un Trattato internazionale ricordo che per sua natura dovrebbe essere ratificato dalle Camere, sia quello con l’Ue, sia eventualmente un Trattato ad hoc con lo Stato Vaticano. Di certo spettava, e tuttora spetta, al governo italiano garantire il rispetto della ‘sorveglianza’ nei centri da cui stanno fuggendo a un ritmo impressionante gli immigrati della Diciotti. Infine, se gli immigrati irregolari sbarcati e condotti nei centri, secondo i nuovi accordi, devono essere ‘sorvegliati’, significa che non sono più liberi di circolare in Italia a proprio piacimento e, dunque, sono tecnicamente detenuti. A questo punto sarebbe utile sapere la differenza che intercorre tra i nuovi ‘centri di accoglienza sorvegliati’ e i Centri di identificazione ed espulsione. È sempre più evidente, in questo caos, la necessità di concretizzare il blocco navale in accordo con gli attori libici, unica soluzione a tutti i pasticci fatto da tutti i governi”.
E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.