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“Col Decreto Dignità la montagna ha partorito il topolino: per settimane abbiamo sentito parlare di abolizione dello spesometro, abolizione del redditometro e abolizione dello split payment, che era una battaglia di FdI. Nel decreto però il redditometro non è abolito lo spesometro non è abolito e lo split payment è abolito ma solo per i professionisti. La “annuncite” del decreto dignità mi ha ricordato le slide di Renzi”

Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in una intervista a Omnibus.

“Tra le cose che non tornano di questo Decreto Dignità c’è il tema della lotta alla precarietà: è sbagliato pensare che il lavoro si crei per editto o per decreto. irrigidire le forme contrattuali non porta a contratti di lavoro migliori ma alla disoccupazione o al lavoro nero e per questo la ricetta per FdI è mettere le aziende in condizione di assumere e questo si fa abbassando la burocrazia, abbassando le tasse e con una giustizia che sia efficace e veloce.

La posizione di Di Maio, invece, ricalca quella del Partito della sinistra degli anni ’80,  tipicamente marxista: “il lavoro esiste solamente in una determinata formula”, “lavoratore e datore di lavoro sono due nemici”, “bisogna bastonare il datore di lavoro per avere più lavoro”. È falso: oggi, di fronte alla crisi economica, lavoratore e datore di lavoro sono sullo stesso piano e bisogna fare in modo che si prendano per mano e che insieme lavorino per rendere quell’impresa migliore. Per questo la proposta di Fratelli d’Italia è la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa”, ha spiegato Meloni.
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