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“Abbiamo sperato fino all’ultimo che in Cassazione prevalesse il buon senso e fosse accolto il ricorso della procura generale di Torino per l’annullamento della sentenza che trasformava l’accusa per l’ex AD Schmidheiny da omicidio volontario in  colposo.

Non si tratta di una visione giacobina del processo, come molti vorrebbero far credere, ma di riportare al centro dell’aula dibattimentale innanzitutto il concetto di “colpa cosciente” –  ben evidenziato nell’analogo caso Thyssen – e rimarcare che le tante Vittime non sono certo dovute al caso o a distrazione e che Schmidheiny non poteva essere ignaro dei pericoli ai quali esponeva i  suoi operai.

In secondo luogo, dobbiamo ancora una volta affermare il principio di correlazione tra l’esposizione all’amianto e i danni alla salute derivati da essa, danni gravi, che portano al mesothelioma ed alla morte.

Dopo studi trentennali sulle conseguenze dell’inalazione della fibra killer i tribunali italiani fanno ancora melina e sembrano puntare all’insabbiamento, facendo pendere sul processo Eternit bis la scure della prescrizione.

Così molti decessi possono restare impuniti: uno schiaffo alla Giustizia che befferà le 258 famiglie delle Vittime.”

Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino, Coordinatore Nazionale del Dipartimento tutela Vittime di FdI AN, dopo la sentenza della Cassazione sul maxiprocesso Eternit bis.

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