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“Il riconoscimento della cittadinanza italiana non può essere un automatismo. Non si può affidare semplicemente al caso, a dove partorisce una donna invece che alle origini della propria famiglia, alla frequenza di cicli scolastici o alla residenza. Ci dev’essere l’adesione consapevole ai valori della Costituzione, ai principi di eguaglianza tra uomini e donne, alla conoscenza della nostra lingua e cultura. Non può essere un atto meramente amministrativo gestito da funzionari comunali, ma deve prevedere un giuramento di fedeltà e le ipotesi di revoca.
Ritenere come fa il Pd che i cittadini stranieri sono linfa vitale perché l’Italia è a natalità sotto zero, allora significa rinunciare a politiche di natalità nei confronti delle famiglie italiane e trasformare il nostro Paese in una colonia del Marocco o dell’Albania, oltretutto usando – alla faccia della solidarietà – gli immigrati per risolvere i problemi economici del nostro sistema previdenziale. Infine un bambino che nasce in Italia da genitori stranieri ha il diritto di scegliere liberamente a quale nazionalità aderire e non può subire alcuna ‘illuminata’ coercizione da parte dei campioni del multiculturalismo nostrano, talmente pieni di sè da non accorgersi che lo ius soli impone una decisione a persone che potrebbero non condividerla”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli.

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