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“Omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da futili motivi, stalking, distruzione di cadavere e incendio sono accuse gravissime per l’assassino di Sara di Pietrantonio e reputiamo che la sentenza emessa dal gup sia proporzionale all’efferatezza del delitto, a maggior ragione del fatto che Paduano non ha mai mostrato pentimento.

Anche se la battaglia giudiziaria non si ferma qui, quello di ieri è un verdetto storico, perché nonostante il rito abbreviato, pur non confermando l’isolamento diurno, il giudice ha deciso per l’ergastolo.

Sono fermamente convinta che in Italia non serve una legislazione più severa, ma vi sia invece la necessaria urgenza di applicare la legge non in eccesso di favor rei  ma con più riguardo ai diritti lesi della parte offesa.

E infatti, quante volte dalla cronaca apprendiamo che tra attenuanti generiche, scarcerazione anticipata, rito abbreviato, affidamento ai servizi sociali, concessione dei domiciliari, l’assassino rimane in carcere solo per qualche anno. Tutto ciò contribuisce al dileguare di un pesante senso di ingiustizia per la Vittima ed i familiari, che sono molte volte sbeffeggiati dai processi nonostante la gravità del danno subito. Non solo: qualunque cittadino non si sente più al sicuro perché con queste sentenze edulcorate passa il messaggio che il “mostro” non paghi mai per quanto commesso.

Nessuno potrà restituirci Sara, ma molto possiamo fare per evitare che avvengano questi delitti così atroci. Auspichiamo, intanto, che la sentenza rimanga invariata nei successivi gradi di giudizio.

Invitiamo le donne a denunciare, a non tenere nascoste minacce e condotte violente nei loro confronti, a non perdonare e a non trascurare gli episodi di violenza, come fece Sara, per paura e per vergogna.Lo stalker è, infatti, un soggetto dalle azioni non prevedibili, perché ormai è una persona che è in preda alla follia e al desiderio di vendetta, perciò capace di qualunque cosa.

Infine, ci auguriamo che presto in Parlamento si approvi la proposta di legge di Fratelli d’Italia riguardante la notifica alla Vittima del premesso premio concesso al suo molestatore. Una legge voluta fermamente dal nostro Dipartimento, affinché la donna possa sapere se il suo persecutore esce temporaneamente dal carcere e metterla nelle condizioni di  cautelare se stessa e i figli da azioni di disturbo, minacce o veri e propri agguati alla sua persona. ”

Così scrive in una nota Cinzia Pellegrino, Coordinatore nazionale del Dipartimento tutela Vittime di FdI AN, in merito alla sentenza emessa dal GUP sull’efferato delitto di Sara di Pietrantonio.

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