«Dopo aver sentito il titolo altisonante per questo decreto legge gli scafisti di mezzo mondo si saranno allarmati e avranno detto: vuoi vedere che ora che agli Interni è arrivato Minniti e non c’è più Angelino Alfano, detto anche ‘Caronte’ il grande traghettatore di Africani in Italia, le cose sono cambiate? Ma lo sconcerto è durato solo il tempo di leggere il testo. Un po’ come quando si vede un minaccioso cartello con scritto “Attenti al cane”, ma poi dietro il cancello arriva correndo un chihuahua con un fiocco rosa. Il problema va affrontato a monte per impedire ai barconi di partire. Bisogna fare quello che è stato fatto ad esempio in Est Europa per il confine turco e avviare un accordo serio con i governi libici, aprire in Africa con una missione europea e i centri per l’identificazione e valutazione delle richieste d’asilo e da li distribuire chi ha diritto negli Stati europei. So che questo non può essere scritto su un decreto legge ma penso che questo debba essere l’obiettivo prioritario sul quale il governo italiano dovrebbe lavorare. Questo decreto non distingue il tema dei rifugiati da quello dell’immigrazione incontrollata, due fenomeni completamente diversi».
È quanto ha detto in aula a Montecitorio il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni intervenendo in dichiarazione di voto sul decreto “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e di contrasto dell’immigrazione illegale”.
«Nel testo non c’è nessun riferimento alle sedicenti ONG che, come denunciato perfino da Frontex, vanno a prendere i barconi degli scafisti a largo delle coste libiche con una puntualità particolare che lascerebbe intendere che ci sia un contatto nella peggiore delle ipotesi, tra loro e chi fa la tratta degli schiavi del terzo millennio. E nel testo non c’è nulla sugli interessi che si celano dietro la questione dell’immigrazione. Dire ad esempio che chi ruba sulla pelle della povera gente non è solidale ma fiancheggia un business sarebbe stato serio, ma quando Fratelli d’Italia ha presentato la proposta “taglia business” per chiedere che le cooperative che si occupano di migranti rendicontino come spendono i soldi che prendono dallo Stato i partiti che sostengono il vostro governo hanno votato contro. Poi si continua a far finta che non ci sia un problema terrorismo che si annida nel caos generato dai migranti, come dicono anche i servizi segreti di mezzo mondo. Minniti, di lei si dice che sta facendo un grandissimo lavoro. Lei però ha avuto la fortuna di essere il successore di Alfano e questo vuol dire che se fa anche solo un comunicato stampa già sembra che stia facendo qualcosa di ottimo, ma questo provvedimento qui è propaganda, non è un decreto legge fatto per affrontare il problema ma per fare campagna elettorale e sono due cose molto diverse», ha spiegato Meloni.